Trapani, la commissione Antimafia dell’Ars: “Cosa nostra cambia pelle". Il video
Una mafia silenziosa ma intraprendente, capace di mimetizzarsi e infiltrarsi nell’economia legale. È questo il quadro che emerge dalla visita istituzionale della Commissione regionale Antimafia, presieduta da Antonello Cracolici, che oggi ha fatto tappa a Trapani per un’audizione in Prefettura dedicata al monitoraggio del fenomeno mafioso e ai suoi intrecci con la pubblica amministrazione e il tessuto economico locale.
All’incontro hanno partecipato rappresentanti delle forze dell’ordine, della magistratura e delle istituzioni, in un confronto che ha evidenziato le dinamiche ancora attive e pericolose della criminalità organizzata nella provincia.
“Trapani è stata a lungo roccaforte della mafia tradizionale, ma oggi siamo davanti a una trasformazione profonda: la mafia cambia pelle, si mimetizza, entra nei settori produttivi, si infiltra nelle fragilità sociali – ha spiegato Cracolici – non siamo di fronte alla scomparsa del fenomeno, ma a una sua metamorfosi che rende più difficile intercettarlo e combatterlo”.
I numeri lo confermano: negli ultimi nove mesi sono state emesse oltre 70 interdittive antimafia nei confronti di imprese operanti nel territorio. Un segnale chiaro, secondo la Commissione, della capacità del sistema mafioso di intessere relazioni pericolose e di insinuarsi nei settori a maggiore movimentazione economica: turismo, agroalimentare, logistica, commercio ed energia.
“La mafia qui continua a esercitare potere anche senza ricorrere alla violenza – ha dichiarato Cracolici – l’assenza di Matteo Messina Denaro non ha messo fine alla sua influenza. Cosa nostra trapanese mantiene una spiccata predisposizione imprenditoriale e una capacità di rigenerarsi, come dimostra il tentativo – recentemente stroncato – di ricostruire la vecchia famiglia mafiosa ad Alcamo”.
In provincia di Trapani, ha aggiunto il presidente della Commissione, sono attivi quattro mandamenti mafiosi: “Non ci risulta che siano andati in ferie o si siano messi a riposo. Anzi, la quantità di interdittive ci dice che qui la mafia ha il fiato sul collo. È una mafia che vuole restare sotto traccia, senza far rumore, ma continua ad agire e a cercare consenso”.
La tappa trapanese della Commissione si inserisce in un più ampio ciclo di audizioni nei territori siciliani, con l’obiettivo di raccogliere informazioni e indicazioni utili per contrastare con maggiore efficacia la penetrazione mafiosa nei gangli vitali dell’economia regionale.
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