L’alga tossica Ostreopsis ovata torna a minacciare le coste italiane nel 2024, con un’intensa proliferazione favorita da alte temperature e mare calmo. Le prime segnalazioni più rilevanti arrivano dalla Liguria, ma la presenza dell’alga è confermata anche in Toscana, Puglia e Sicilia. Secondo i dati aggiornati delle ARPA regionali, oltre il 70% dei siti di monitoraggio costieri ha rilevato concentrazioni significative del microrganismo marino.
Cos’è l’alga Ostreopsis ovata e perché è pericolosa per la salute
Invisible a occhio nudo, l’alga Ostreopsis ovata può tingere l’acqua di un colore torbido e produrre chiazze schiumose in superficie durante le fioriture. Il vero pericolo risiede nelle ovatossine, sostanze simili alle palitossine, capaci di causare:
- Irritazioni respiratorie e cutanee
- Congiuntiviti
- Mal di testa e spossatezza
- Sintomi simil-influenzali
- In casi più gravi, nausea, vomito e difficoltà respiratorie
Le persone più a rischio sono allergici, asmatici e soggetti particolarmente sensibili all’inalazione di aerosol marino contaminato. Le tossine, infatti, possono diffondersi nell’aria in giornate ventose o con mare agitato, raggiungendo anche chi non entra in acqua.
Le coste italiane più colpite nel 2024
I monitoraggi dell’ISPRA e delle ARPA regionali indicano concentrazioni elevate di Ostreopsis ovata in diverse aree:
- Liguria: le fioriture più critiche sono state rilevate da Bordighera a San Lorenzo al Mare (Imperia) e lungo la costa genovese, da Chiavari a Sestri Levante, con picchi superiori a 10.000 cellule/litro.
- Toscana: nella zona di Massa Centro le concentrazioni hanno superato 18.000 cellule/litro, mentre sono risultate in calo alla foce del Ricortola.
- Puglia: rilevamenti a Bisceglie e Otranto, con livelli ancora sotto la soglia d’allerta ma in crescita.
- Sicilia: presenza significativa in provincia di Trapani (Erice: 13.000 cellule/litro) e a Palermo (Vergine Maria: 27.000 cellule/litro).
Assenti o sotto soglia le rilevazioni in Emilia-Romagna, Marche, Molise e Veneto.
Quando scatta l’allerta sanitaria per l’alga tossica
Secondo le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità (Rapporto ISTISAN 14/19), le condizioni di rischio vengono classificate in base alla densità dell’alga e alle condizioni meteo-marine:
- Fase di allerta: tra 10.000 e 30.000 cellule/litro, con condizioni favorevoli alla fioritura (7-10 giorni di caldo e mare calmo).
- Fase di emergenza:
- Oltre 30.000 cellule/litro con vento forte e mareggiate
- Oltre 100.000 cellule/litro, indipendentemente dalle condizioni del mare
In questi casi, le autorità locali possono disporre divieti temporanei di balneazione e invitare i bagnanti a evitare l’esposizione prolungata in spiaggia.
Cosa fare in caso di sintomi da esposizione all’alga
Chi presenta sintomi dopo una giornata al mare in aree interessate dalla presenza dell’alga dovrebbe:
- Allontanarsi dalla zona costiera
- Lavarsi con acqua dolce
- Consultare un medico in caso di sintomi persistenti o gravi
I sintomi sono solitamente temporanei e si risolvono spontaneamente, ma in caso di ingestione di pesce o frutti di mare contaminati è opportuno rivolgersi a un pronto soccorso.