Dal 18 al 20 luglio, torna l’appuntamento con i Teatri di Pietra in Sicilia, la storica rassegna che unisce arti performative e luoghi del patrimonio archeologico.
Nella terza settimana della XXI edizione, il programma si snoda tra le province di Palermo, Trapani e Siracusa, con quattro spettacoli che attraversano i classici del teatro, la mitologia e l’immaginario pirandelliano.
Si comincia venerdì 18 luglio dall’Area Archeologica di Solunto, nel palermitano, con “Pirandello: questo, codesto e quello”, scritto da Salvatore Ferlita e Sergio Vespertino, con musiche di Gabriele Lomonte. Lo spettacolo mette in scena un gioco metateatrale tra autore e personaggi, in un confronto diretto tra realtà, finzione e identità, cifra centrale della poetica pirandelliana. La replica è prevista domenica 20 luglio al Tempio della Vittoria di Himera, sempre in provincia di Palermo.
Sabato 19 luglio, al Teatro di Monte Iato di San Cipirello (PA), va in scena “Il viaggio del meschino”, tratto dal Guerrin Meschino di Bufalino. L’artista Miriam Palma dirige e interpreta questo viaggio iniziatico e interiore sul tempo che passa e sull’energia che l’arte restituisce, con l’accompagnamento musicale di Nino Giannotta. Nel trapanese, sempre sabato 19, il Tempio di Hera a Selinunte ospita “Agamennoman”, riscrittura contemporanea del Agamennone di Eschilo. Il Collettivo V.A.N. rilegge il mito con toni grotteschi, musica dal vivo e improvvisi guizzi comici, mantenendo però saldo il senso tragico del destino e della colpa. Infine, a Melilli (SR), al Loggiato di San Sebastiano, “Odisseo Superstar” porta in scena una rilettura spiazzante e giocosa delle avventure di Ulisse.
Ancora una volta il Collettivo V.A.N. usa l’ironia, la Commedia dell’Arte e il travestimento per animare, con pochi attori e molte trasformazioni, un viaggio teatrale che attraversa mito, cultura pop e memoria collettiva. «Il teatro – ricorda il direttore artistico Aurelio Gatti – è uno strumento potente solo se rimane rito collettivo. I Teatri di Pietra non sono un cartellone, ma una rete di comunità, artisti e luoghi che si ritrovano attorno alla scena per riscoprire il senso della bellezza e dell’identità.» Con oltre 80 spettacoli in 19 siti archeologici, la rassegna attraversa l’intera isola, tenendo insieme luoghi e linguaggi, archeologia e drammaturgia, pubblico e territorio