Mazara del Vallo, confisca da 2,3 milioni per Vito Signorello. Il video
Dalle carte bollate alla sabbia delle spiagge più frequentate della provincia, passando per conti bancari, ristoranti e hotel: è finito sotto confisca il vasto patrimonio di Vito Signorello, imprenditore mazarese di 57 anni, già noto per un curriculum fitto di condanne per reati finanziari e fallimentari. A firmare il provvedimento è stato il Tribunale delle misure di prevenzione di Trapani, su proposta del Questore, dopo un’indagine condotta dalla Divisione Anticrimine della Polizia e dalla Guardia di Finanza.
Già nel luglio 2023 era stato eseguito il sequestro dei beni. Oggi la confisca, per un valore stimato in circa 2,3 milioni di euro. Secondo gli investigatori, Signorello ha costruito negli anni un vero e proprio sistema fraudolento: società intestate a prestanome, fallimenti pilotati, nuove imprese finanziate con prestiti bancari mai onorati, il tutto condito da evasione fiscale sistematica e distrazione di risorse a vantaggio proprio e della famiglia. Nessun legame con la mafia, ma metodi considerati “altrettanto criminali” dai giudici.
L’inchiesta – denominata “Per tabulas” – ha acceso i riflettori su un modello di impresa che funzionava, secondo la Procura, “a spese dell’erario e dei creditori”. Le società, una volta fallite, venivano svuotate e rimpiazzate da nuove realtà economiche in mano agli stessi soggetti, capaci di riacquistare all’asta i beni aziendali a prezzi stracciati, magari intestandoli a congiunti o fidati collaboratori. Un circolo vizioso che ha prodotto, tra le altre cose, un buco da 7 milioni di euro.
Tra i beni confiscati oggi figurano:
un appartamento e un locale deposito a Mazara del Vallo;
una imbarcazione da 200 cavalli;
cinque rapporti bancari attivi;
quote e interi compendi aziendali di tre società locali.
E ancora: un albergo, un noto stabilimento balneare con ristorante, e un lotto con autolavaggio e uffici. Luoghi simbolo della movida mazarese, frequentati da turisti e residenti.
L’indagine ha messo in luce anche “una rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati e le reali disponibilità economiche dell’imprenditore e del suo nucleo familiare”. Un cartello societario in grado di aggirare controlli, accumulare denaro e sottrarsi sistematicamente a ogni responsabilità economica.
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