Storie di caporalato vecchie e nuove, perché la storia spesso si ripete pedissequamente. Una l'ho conosciuta molto recentemente: è del 1929 e riguarda le strade nelle quali sono nato e cresciuto. Accadde a Napoli, in via S. Attanasio, parallela di via Arenaccia, distanziate da una strada di collegamento di soli 40 metri.
Era sabato 7 settembre, la città si stava preparando per la festa di Piedigrotta della sera. In un caseggiato adibito per lavoro industriale, al primo e secondo piano c'era una fabbrica di pigiami, nella quale lavoravano 60 donne, molte minorenni e quasi tutte in nero.
La mattina, nonostante le ripetute denunce d'instabilità, quasi inascoltate, l’edificio crollò. Il bilancio finale fu di dieci morti, tra di esse una bambina di 10 anni. Il regime fascista minimizzò l'accaduto. Mussolini, precorrendo i Queen, acconsentì al The Show Must Go On: la manifestazione si svolse ugualmente.
Nei giorni scorsi, la famosa azienda di lusso Loro Piana è stata collocata in amministrazione giudiziaria. L'accusa è che faccia realizzare i suoi capi di abbigliamento in condizioni di "sfruttamento del lavoro", non diretto, perché ha affidato la produzione a terzi, e che la loro realizzazione sarebbe avvenuta in contesti lavorativi illegali, con una condotta "agevolatoria" che risulta "endemica" all’organizzazione.
L'azienda vercellese, adesso di proprietà della Louis Vuitton, non avrebbe controllato per prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell'ambito del ciclo produttivo; in particolare, non avrebbe vigilato sulle capacità tecniche delle aziende appaltatrici. Il tutto "funzionale a realizzare una massimizzazione dei profitti". Il provvedimento è stato disposto dal tribunale di Milano.
Dal quadro emerge che, dopo quasi un secolo, il caporalato è una piaga che non si riesce, non a debellare, ma nemmeno a scalfire. Il territorio trapanese non è immune dal fenomeno, come dimostrato dalla recente operazione della Guardia di Finanza, che oltre al settore agricolo ha coinvolto anche punti vendita, dall’abbigliamento all’elettronica, di Castellammare del Golfo e Alcamo.
Il caporalato annienta la dignità umana, a dispetto dell'articolo 2 della Costituzione, che stabilisce: "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità [...]."
E anche dell'articolo 3: "I cittadini hanno pari dignità sociale".
Le istituzioni devono dotare gli ispettori del lavoro e le forze dell'ordine degli strumenti, soprattutto materiali, affinché il vulnus non diventi strutturale.
Vittorio Alfieri