Continua a fare discutere la bozza della rete ospedaliera siciliana. L’assessora Daniela Faraoni sta incontrando sindaci e anche manager delle Asp, poi si arriverà in commissione Sanità, in ogni caso ad oggi ci sono molti scontenti, tra deputati di maggioranza e di minoranza, categorie di settore.
Rete Civica della Salute
E’ intervenuto nel dibattito Pieremilio Vasta, coordinatore regionale della Rete Civica della Salute: “Si continua a mettere al centro l’ospedale, mentre i cittadini hanno bisogno di una presa in carico continua e integrata. Senza una riforma vera della sanità territoriale, le criticità resteranno le stesse, anche senza tagli”. Insomma, per Vasta si tratta di una procedura già vista: “Andare dai Sindaci per illustrare chiusure e riduzioni di reparti solleva preoccupazioni e proteste legittime da parte dei territori”. Ma il vero problema, secondo il coordinatore della Rete CivLaica, è un altro: “Si continua a discutere solo dell’ospedale, anziché della continuità assistenziale sanitaria e sociosanitaria. Questo è in contraddizione con il processo riformatore di sanità di prossimità previsto dal PNRR". Per Vasta, il tema non può essere ridotto al solo numero di reparti o di posti letto: “Bisognerebbe andare prima dai sindaci a spiegare come nasceranno le Case della Comunità e come si costruisce un sistema di presa in carico integrata dei pazienti – dalla medicina di base alla specialistica, dall’ospedale alla riabilitazione e alla prevenzione – ci si ostina a mantenere l’ospedale al centro del dibattito. Ma senza servizi territoriali efficienti e alternativi al ricovero, il sistema resterà sempre in affanno”. Per Vasta la priorità deve essere la salute della comunità, non solo le prestazioni ospedaliere - sottolinea il coordinatore RCS - anche nel caso in cui si dovesse tornare indietro sui tagli – come il taglio dei 367 posti letto e la chiusura di alcuni reparti – se non si attivano i cambiamenti promessi dal PNRR, nulla cambierà rispetto alle criticità e alle disperazioni attuali.
E poi evidenzia pure delle criticità: mancano dati epidemiologici puntuali (si considerano solo indicatori generali della popolazione, ma non c’è un’indagine sui reali bisogni dei territori, sui posti letto ordinariamente mancanti che causano la degenza in barella nei pronto soccorso); nessuna analisi sugli accessi impropri al pronto soccorso e sui rientri ospedalieri per mancanza di continuità assistenziale, aggravati dall’assenza del fascicolo sanitario elettronico e conseguenti ripetizioni diagnostiche; motivazioni deboli per alcune chiusure: “Non si può giustificare la chiusura di un reparto solo per scarso indice di occupazione se la causa è la mancanza di personale”.
E poi ancora: il DM 77/2022 è appena accennato e “Non emerge chiaramente la riforma dell’assistenza territoriale, che dovrebbe guidare ogni scelta compensativa”.
Non tutto è da buttare, per il coordinatore di RCS nella proposta ci sono comunque elementi innovativi che meritano attenzione: “Dall’introduzione di un modello di piccolo ospedale di rete integrata, con nuove discipline e servizi di day service e degenza ordinaria al riequilibrio dei posti letto per acuti e post-acuti su base provinciale - continua Vasta - dall’attivazione di nuovi posti letto in branche carenti per ridurre la mobilità sanitaria passiva, alla previsione di posti letto per ortogeriatria all’interno delle aree di medicina e geriatria. Innovazioni da spiegare meglio e da organizzare con chiarezza".
La preoccupazione e la speranza di una malata di tumore
Quando si è pazienti oncologici si vive con la speranza di viaggiare il meno possibile per la somministrazione di terapie e farmaci, non per pigrizia ovviamente ma per resistenza fisica e psicologica. E’ quello che ci racconta una signora: “Qualche giorno fa ho letto che ci sarà una rimodulazione dei posti letto per gli ospedali in provincia di Trapani. Ho letto addirittura che nell’ospedale di Trapani ce ne saranno otto. Me lo auguro! Perché finora nessun posto letto esiste nel reparto di oncologia del Sant’Antonio. Faccio terapia da diversi mesi e quello che si vede é solamente quantità spropositata, rispetto ai locali, di persone che attendono in una minuscola sala di attesa per essere visitati, spesso con ritardi di ore rispetto agli appuntamenti programmati. Lo stesso per noi che dobbiamo fare la terapia”.
Non solo la malattia ma anche una altalena continua che non rende il percorso meno doloroso: “La sera prima ci viene comunicato un orario per accedere ed iniziare la terapia ma mai rispettato! Nella stanza dove ci accomodiamo e dove ci fanno le flebo coi farmaci c’è un solo letto e non otto come ho visto scritto. Per il resto poltrone, diciamo accettabili per comodità, ma una a fianco all’altra con poco spazio fra una poltrona e l’altra. Questa stanza é sempre piena di persone come me che fanno le terapie e in attesa nel corridoio altri che attendono”.
Personale umano e gentile ma troppo pochi, spazi completamente inadeguati questo dice la signora: “Del personale solo una lamentela. Sono veramente pochi e trottano a destra e sinistra per darci il conforto e l’assistenza che abbiamo bisogno. Perché questo sfogo? Perché informandomi ho saputo che già prima erano previsti posti letto nel reparto. Ma dove? Non ce ne sono mai stati da quando faccio terapia io! Perché bugie? A che pro? Ogni volta che vado per il prelievo di sangue trovo solamente confusione. Credo che ci vogliano più stanze dove mettere i letti. Per non parlare del fatto che c’è un solo bagno per i pazienti, uomini o donne che siano. Credo che un reparto del genere dove si sono delle grandi professionalità e persone con molta umanità, meriti dei locali diversi”.
Le posizioni politiche
Per Antonio De Luca, capogruppo del M5S “Correre porta solo disastri, specie se c'è in gioco una posta importantissima qual è la rete ospedaliera siciliana e quindi la salute dei cittadini. È pertanto fondamentale che, prima di dare un parere, la commissione Salute dell'Ars acquisisca il maggior numero di informazioni possibile e valuti le diverse esigenze per tarare al meglio le proprie valutazioni. Questo può farlo soltanto ascoltando le parti in causa, a cominciare dal presidente dell'Associazione dei Comuni siciliani, Paolo Amenta, che ha fatto richiesta di audizione sia alla commissione Salute dell'Ars che all’Assessorato alla Sanità, ma, a quanto pare, finora non ha ottenuto risposta”.
Per Salvo Tomarchio, deputato di Forza Italia "È essenziale non cadere in fake news allarmistiche che distraggono dalla soluzione dei problemi. Polemiche infondate su presunte chiusure totali di ospedali non servono alla comunità e ostacolano il miglioramento del sistema sanitario. Non è all’ordine del giorno nessuna chiusura totale di ospedali. Al contrario, si vuole evitare che i siciliani debbano ricorrere ai ‘viaggi della speranza’ al Nord".