Valerio Antonini ha risposto con la consueta grazia istituzionale all'articolo pubblicato su Tp24. Il tema era delicato, ma semplice: come mai Jasmin Repesa, coach della Trapani Shark, rnon si fa vedere? Cosa ne è del suo ruolo nelle scelte di mercato? E ancora: che fine ha fatto il charter richiesto per le trasferte europee? E il pivot Tibor Pleiss?
Domande lecite. Ma anziché chiarire, Antonini ha preferito alzare i toni. Su X (ex Twitter) ha sfoderato l’arsenale del livore, emoji a raffica e battutine di dubbio gusto. Tutto molto… istituzionale.
Nel suo post social, il patron trapanese tenta di smentire alcuni punti, con risultati incerti:
- Il budget? Secondo Antonini, sarebbe aumentato del 25%.
- Repesa? Sarebbe “bello tranquillo in vacanza in Croazia”.
- Le scelte di mercato? Tutto deciso dal coach, assicura Antonini. Un coach che però – lo ribadiamo – non si vede né si sente.
Il problema resta sul tavolo: Trapani è senza guida tecnica visibile, e il silenzio viene coperto dal rumore degli insulti.
La replica del nostro Sorcio Verde è elegante e affilata. Ricorda che “quando un mortaio non è perfettamente allineato provoca buchi non indifferenti sul campo avversario”, riportando l’attenzione sul merito: coach assente, nodo Pleiss, charter mai pervenuto. E poi un passaggio simbolico, denso di significato: “Fuori dal trono che si è autonomamente costruito e che non risiede al PalaIlio, Antonini avverte un certo disagio e una sindrome uguale e contraria a quella del Marchese del Grillo”.
La politica dello show permanente funziona finché funziona. Poi si notano le crepe. E si risponde con le invettive.
Intanto, mentre il PalaIlio resta chiuso per caldo e la Cittadella dello Sport è ancora ferma ai rendering, ci si interroga su come si possa davvero costruire una società sportiva stabile a suon di post indignati. Antonini recita la parte del regista onnipresente. Ma è difficile dirigere, se mancano attori in scena. E se l’unica voce che si leva, è quella che urla contro i giornalisti.
Noi continuiamo a fare il nostro lavoro. E le domande, finché restano senza risposta, le ripeteremo.