A Trapani, il silenzio delle istituzioni fa rumore. È passato quasi un mese dall’approvazione in Consiglio Comunale dell’Ordine del Giorno proposto dal Comitato “Una luce per Gaza”, ma degli impegni presi, finora, non c’è traccia concreta.
Il documento, approvato a seguito della manifestazione del 20 giugno che ha portato in piazza centinaia di cittadine e cittadini, chiedeva al Sindaco Tranchida di agire su più fronti: esporre la bandiera palestinese e quella della Pace sul Municipio, dichiarare non gradita la presenza istituzionale di Israele agli eventi patrocinati dal Comune, avviare un gemellaggio con Gaza, sostenere la campagna “Stop ReArm”, chiedere alla Regione di rivedere i rapporti con Israele e di valutare l’impatto delle servitù militari in Sicilia, tra cui Birgi, Sigonella e il MUOS di Niscemi.
Un testo condiviso da numerose forze sociali e politiche – da Sinistra Italiana alla CGIL, da Legambiente a Emergency, da Fridays For Future a Libera – che non si limita alla solidarietà simbolica ma pone precise richieste di discontinuità rispetto al contesto politico e militare attuale. Eppure, dal 20 giugno, tutto tace.
«Serve un’accelerazione concreta e visibile», dice oggi il Comitato, che non si accontenta delle buone intenzioni o delle votazioni a favore. «Le decisioni approvate non possono restare lettera morta. Serve coraggio politico. Serve coerenza».
E mentre Gaza continua a contare morti per fame e per le bombe, da Palazzo d’Alì nessuna bandiera, nessun gemellaggio, nessun atto concreto. Nemmeno una risposta alla proposta – inviata via PEC una settimana fa – di conferire la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, relatrice speciale ONU per i diritti umani nei territori palestinesi occupati.
Anche la Presidenza della Provincia, sollecitata per un incontro formale, non ha risposto. Così come il Comune di Marsala, che aveva approvato un ordine del giorno simile, ma non ha dato seguito agli impegni presi.
Nel frattempo, il Comitato ha raccolto 748 firme consegnate il 23 giugno al Prefetto di Trapani, chiedendo che venissero trasmesse al Governo nazionale. Le richieste? Cessate il fuoco immediato, protezione dei civili, rispetto del diritto internazionale, liberazione dell’equipaggio della Freedom Flotilla, riconoscimento dello Stato di Palestina, stop al riarmo.
Tutto questo è rimasto sospeso. Come se Gaza non esistesse. Come se la voce della piazza non contasse.
«Non possiamo aspettare i tempi lenti della burocrazia – scrive il Comitato –. A Gaza si muore ogni giorno. Le istituzioni devono ascoltare la voce della cittadinanza e agire subito».
“Trapani e il suo territorio vogliono stare dalla parte giusta della storia”, si legge nel comunicato. E allora, chiede il Comitato, perché il Consiglio approva e poi tutto si ferma? Perché il Sindaco non agisce? Perché il Presidente del Consiglio comunale non risponde? Perché Quinci non riceve?
L’appello ora è rivolto anche agli altri Comuni della provincia: “Approvate ordini del giorno simili a quelli di Trapani e Marsala. Non lasciateci soli”.
Nel frattempo, il Comitato annuncia che non resterà in silenzio: “Continueremo a vigilare e a mobilitarci. Le parole devono diventare fatti”.
Firmatari dell’appello:
Alleanza Verdi Sinistra, ANPI, Arcigay, Articolo 21, CGIL, Comitato per la difesa della Costituzione, Emergency Trapani, Fridays For Future Trapani, Legambiente, Libera, Movimento 5 Stelle, Rifondazione Comunista, Sinistra Futura, UIL Trapani.