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28/07/2025 06:00:00

A Castelvetrano è crisi in Forza Italia, scontro aperto su leadership e democrazia interna

 Ancora polemiche dentro Forza Italia in provincia di Trapani. Questa vede al centro del dibattito lo scontro tra la consigliera comunale Barbara Vivona, capogruppo del partito, e Vito Fazzino, segretario comunale di FI a Castelvetrano, il quale ha dichiarato che la Vivona “non ha titolo per parlare a nome del partito”.

 

Lei ha replicato sottolineando la propria legittimità a fronte dell’ampio mandato popolare. È stata la prima eletta nella lista di Forza Italia in cui lo stesso Fazzino era candidato senza successo. Ed inoltre riveste il ruolo di capogruppo consiliare di Forza Italia a Castelvetrano e di segretaria cittadina del movimento femminile “Azzurro Donna”. Un’elezione determinante per il raggiungimento del quorum e il posizionamento di altri candidati, inclusa la consigliera Marchese, la cui permanenza in Consiglio Comunale, specifica la Vivona, è peraltro “ancora sub judice” a causa di contestazioni sull’attribuzione dei seggi.

“Delirio di onnipotenza” sarebbe invece quello di Fazzino, che, sempre secondo la Vivona, si sarebbe arrogato il diritto di censurare la sua libertà di espressione in un partito che “non è una proprietà esclusiva di pochi” ma appartiene “agli elettori, ai tesserati ed ai militanti instancabili”.

 

Vito Fazzino, da segretario comunale, aveva anche affermato che “Forza Italia sostiene l’amministrazione Lentini”, specificando che il partito è rappresentato in giunta dall’avvocato Monia Rubbino e che la linea politica e il posizionamento di Forza Italia nel consiglio comunale sono espressi dalla consigliera comunale Gabriella Marchese, “in perfetta sintonia con la Segreteria Provinciale”. Marchese è anche “componente della neo Segreteria Comunale eletta nel primo congresso di Forza Italia a Castelvetrano lo scorso 8 giugno”.

 

E se Fazzino sostiene che l’elezione in consiglio comunale “non dà diritto di appropriarsi di ruoli di rappresentanza partitica” che si ottengono “con il lavoro, l’appartenenza e soprattutto con il merito, seguendo e rispettando le regole e i percorsi previsti dai dettami regolamentari e statutari”,

La Vivona considera gli attriti come la diretta conseguenza di una “gestione politica del territorio profondamente carente, imputabile in larga parte al coordinatore provinciale”. Quest’ultimo, incapace di “accettare la doppia sconfitta alle elezioni regionali”, avrebbe intrapreso “una campagna destabilizzante contro il deputato eletto che ha ottenuto il maggior numero di preferenze”, in modo da “indebolire la sua posizione e annullare il suo consenso”. E cita l’imposizione come assessore in quota Forza Italia di “una parente del signor Fazzino, sconosciuta nell’ambiente politico attivo del partito e imposta dal coordinatore provinciale senza consultare né me, in quanto capogruppo consiliare, né il deputato eletto”.

 

A rafforzare la posizione di Barbara Vivona è intervenuto Stefano Pellegrino, presidente dei deputati di Forza Italia all’Assemblea Regionale Siciliana, il quale ha espresso “amarezza, ma non sorpresa” per le parole di Fazzino, che “denotano solo confusione e assoluta ignoranza delle regole democratiche ed istituzionali”. Pellegrino ha ribadito che la consigliera Vivona “è stata eletta nella lista di Forza Italia, al cui successo ha contribuito in modo determinante, risultando la prima degli eletti” e che “ricopre il ruolo di vicepresidente del consiglio comunale proprio su indicazione di Forza Italia". Ha inoltre sottolineato che Vivona “gode del pieno sostegno e appoggio dei rappresentanti istituzionali del partito a tutti i livelli: regionale, nazionale ed europeo” e che il suo lavoro in consiglio comunale “non solo rappresenta appieno Forza Italia ma ne valorizza la capacità di dare voce ai cittadini di Castelvetrano”.

Pellegrino ha concluso invitando Fazzino a riflettere sulle sue dichiarazioni e “a rispettare chi rappresenta i cittadini nelle istituzioni sotto la bandiera di Forza Italia”.

E’ ormai evidente come Forza Italia stia attraversando una crisi al suo interno, una spaccatura che non non è solo uno scontro personale ma riflette profonde divergenze sulla gestione del partito, sul rispetto dei principi democratici e sulla rappresentanza del voto popolare.