Gaza, appelli sempre più forti contro il genocidio. Si mobilitano Erice e la Cgil
La Sicilia alza la voce contro la guerra in Medio Oriente. Di fronte a una crisi umanitaria sempre più grave nella Striscia di Gaza, aumentano le iniziative simboliche e concrete a sostegno del popolo palestinese e per il cessate il fuoco immediato. Tra appelli, boicottaggi, mozioni istituzionali e dati drammatici sulla malnutrizione infantile, l’isola si conferma una delle regioni più sensibili al tema.
Lo Spi Cgil Sicilia: “Boicottiamo i prodotti israeliani”
Lo Spi Cgil Sicilia, il sindacato dei pensionati, annuncia la sua adesione alla campagna di boicottaggio dei prodotti israeliani, invitando iscritti e militanti a non acquistare merci provenienti da Israele o legate all’occupazione. «È una protesta forte – afferma la segretaria regionale Maria Concetta Balistreri – che coinvolge un’organizzazione con oltre centomila iscritti. Non possiamo rimanere in silenzio di fronte al genocidio in corso a Gaza e alla sistematica negazione di diritti in Cisgiordania. La nostra voce, unita a quella di tante realtà della società civile, può contribuire a fermare questa tragedia».
Secondo Balistreri, il governo italiano tace perché “succube degli interessi statunitensi”, ma i cittadini possono esercitare pressione dal basso: «Boicottare quei prodotti significa dire basta alla complicità. Noi, semplici cittadine e cittadini, possiamo fare la differenza».
Erice approva mozione per il cessate il fuoco e propone una conferenza di pace
Anche le istituzioni locali prendono posizione. Il Consiglio comunale di Erice ha approvato all’unanimità una mozione dal titolo: “Cessate il fuoco a Gaza, riconoscimento dello Stato di Palestina e rispetto del diritto internazionale”. Oltre a condannare ogni forma di violenza, il Comune espone la bandiera della pace e uno striscione con la scritta “Stop al massacro di Gaza” sulla facciata del Municipio, e si impegna a realizzare iniziative pubbliche di dialogo e sensibilizzazione con scuole, associazioni e istituzioni culturali.
Significativo anche l’emendamento del consigliere Piero Spina, che dà mandato alla sindaca Daniela Toscano di candidare Erice come luogo di dialogo tra Israele e Palestina, proponendo la città come sede per una futura conferenza internazionale di pace. La proposta prevede anche un incontro locale con le comunità israeliane e palestinesi presenti nella provincia di Trapani e in Sicilia.
«Il Consiglio comunale – ha dichiarato la sindaca Toscano – ha lanciato un messaggio forte: Erice vuole essere parte attiva nella costruzione della pace. In tempi di muri e conflitti, noi scegliamo di costruire ponti, nel solco della nostra storia di città della scienza e della pace».
Save the Children: “Bambini a Gaza muoiono di fame. È una carestia inflitta”
Nel frattempo, le condizioni umanitarie nella Striscia peggiorano drasticamente. Secondo Save the Children, la malnutrizione acuta nei bambini sotto i 5 anni è aumentata di dieci volte negli ultimi quattro mesi. I piccoli visitati nelle cliniche dell’Organizzazione svengono per mancanza di cibo, restano fino a due giorni senza mangiare, e alcuni – dicono gli operatori – esprimono il desiderio di “morire, se non arriva il cibo”.
Solo a luglio, secondo le Nazioni Unite, almeno 25 bambini sono morti di fame. In totale, sarebbero 147 le persone decedute per malnutrizione dall’inizio dell’assedio totale a Gaza, imposto dal governo israeliano dopo l’ottobre 2023. Più di 70.000 bambini soffrono oggi di malnutrizione acuta, secondo le stime dell'IPC (Integrated Food Security Phase Classification).
«Questa è fame deliberatamente inflitta – accusa Ahmad Alhendawi, direttore regionale di Save the Children –. I nostri team sono pronti a curare i bambini e invertire la rotta, ma senza accesso agli aiuti, non possiamo fare nulla. È necessario un cessate il fuoco definitivo e il ripristino immediato dei canali umanitari. Ogni giorno senza accesso significa altre morti evitabili».
Una voce che cresce dal basso
Tra sindacati, amministrazioni comunali e organizzazioni internazionali, cresce dal basso una mobilitazione che chiede giustizia, accesso agli aiuti e pace. Il dramma di Gaza, con i suoi numeri spaventosi e le immagini strazianti, non può più essere ignorato. E dalla Sicilia, terra di Mediterraneo e di incontro, si leva con forza un appello: “Fermiamo il genocidio del popolo palestinese”.
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