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02/08/2025 06:00:00

Trapani. Paziente oncologica senza terapia da due mesi: “Così si rischia la vita”

In provincia di Trapani non c’è pace per i malati oncologici, e lo dice chiaro un ex professore di Clinica Oncologica, presso l'Università Politecnica delle Marche, prima, e poi Direttore Medicina Interna presso l’Ospedale San Camillo di  Trento. 


Ogni anno il medico viene a trascorrere la pausa estiva a Tre Fontane, era già a conoscenza del recente scandalo dei referti di Anatomia patologica, consegnati in grave ritardo ai pazienti.
 

Lui stesso evidenzia e porta a conoscenza del calvario di una sua paziente di Campobello di Mazara,  affetta da carcinoma mammario, operata in Friuli il 5 giugno scorso, rimasta in attesa di chiamata, a circa 2 mesi dall'intervento,  per iniziare il trattamento adiuvante. 
Ci racconta: “Ciò che appare grave è che rimane difficilissimo contattare i responsabili del day Hospital di Castelvetrano,  Mazara, Marsala, Trapani..ecc. anche per avere una risposta o, fortuna, un appuntamento preciso. E facendosi scudo dietro al fatto che sono oberati di lavoro.  Mi risulta che ovunque i day Hospital Oncologici sono pieni di pazienti in attesa.  Ma presso le nostre strutture si trovava sempre il tempo per un contatto col paziente”.


L’appello all’assessore regionale alla Salute, Daniela Faroni: “Che l'assessore alla Sanità ci creda o no da ex Direttore le posso garantire che il funzionamento di una struttura è inversamente proporzionale alla cialtronaggine degli addetti,  e se non si interviene con decisione a sistemare le cose nella nostra ASP 9, non si capisce perché i pazienti siciliani debbano essere più a rischio di mortalità del resto degli italiani”.

 

Le implicazioni
In genere il trattamento adiuvante può consistere in chemioterapia, ormonoterapia, radioterapia o terapie biologiche, se non vengono attivate nei tempi stabiliti  si possono essere diverse implicazioni. I trattamenti dovrebbero iniziare entro 4-6 settimane dall’intervento chirurgico, specie se si tratta di chemio o di radio, i ritardi oltre quella tempistica, in dipendenza anche dello stadio a cui il tumore era arrivato, può ridurre l’efficacia del trattamento e aumentare il rischio di recidiva.
Ancora una volta il fattore tempo è cruciale nella cura e nella tutela della salute della paziente. 


Chiamasi fattore decisivo. Anche questo fa parte di un sistema sanitario efficiente con risposta pronta ai bisogni di una paziente. 
Peraltro superate le 8 settimane di attesa si va oltre i limiti raccomandati dalle linee guida oncologiche internazionali. E se è vero che da una parte l’ASP ha difficoltà per la carenza di personale medico e infermieristico  è pure vero che c’è una mancanza di coordinamento  che produce poi questa attesa così prolungata.
I pazienti, che hanno già un quadro clinico fragile, che devono affrontare un fardello anche a livello psicologico, non meritano di restare per mesi in attesa. Sospesi e senza un piano terapeutico attivo.

 

Qui la replica dell'Asp di Trapani.