Paese di origine sicuro. La definizione di Nazione che garantisce sul proprio suolo, nella sua interezza, la libertà di tutti, ossia: oppositori politici, etnie diverse, omosessuali, disabili e via dicendo, invocata a gran voce dell'esecutivo italiano è finalmente arrivata,ma non è stata gradita da Meloni & Company. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza del primo agosto nelle cause riunite C-758/24 e C-759/24 ,relative a due cittadini della Repubblica popolare del Bangladesh che, dopo essere stati soccorsi in mare dalle autorità italiane,erano sono stati condotti, in forza del protocollo stipulato tra il Governo italiano e quello albanese presso un centro di permanenza in Albania dal quale avevano presentato domanda di protezione internazionale presso le autorità italiane, si è espressa sul rinvio pregiudiziale avanzato il 5 novembre 2024 dal Tribunale di Roma, il quale poneva diversi dubbi di contrasto della normativa italiana, in tema di diritto di asilo e "Paesi di origine sicuro", con la normativa dell’Unione europea.
Le perplessità adesso sono certezze. La CGUE ha, infatti, smentito le tesi del Governo italiano secondo le quali la designazione di un Paese terzo come di origine sicuro da parte di un governo potesse avvenire anche qualora quel Paese non fosse considerato sicuro per talune categorie di persone, dando una interpretazione all’articolo 37 della direttiva 2013/32, letto in combinato disposto con l’allegato I a tale direttiva, nel senso che esso osta a che uno Stato membro designi come paese di origine sicuro un paese terzo che non soddisfi, per talune categorie di persone, le condizioni sostanziali enunciate da direttiva e allegato menzionati. La sentenza, inoltre afferma il primato del diritto dell’Unione europea su quello dei singoli Stati membri, così ponendo un argine alle derive nazionalistiche, dalle quali il Belpaese non è esente.
La Presidente del Consiglio dei ministri accusa-anche- la CGUE di invadere la sfera politica del legislatore,ma da liberal conservatore finge di dimenticare Montesquieu e della separazione dei poteri che pone i cittadini al riparo da qualunque prevaricazione, e che fonda le democrazie costituzionali. Il diritto d’asilo non è "questione politica" e di governo delle migrazioni, che l'Italia a oggi non gestisce ma vuole solo reprimere ,ma una prerogativa fondamentale da rispettare e su cui sono nate le democrazie attuali. Poi esiste una soluzione alle imposizioni dell'UE, alle quali si rammenta abbiamo aderito liberamente, l'ItalExit, gli strumenti sussistono.
Vittorio Alfieri