La guerra tra il Comune di Trapani e la Trapani Shark non si placa e ora arriva un fronte compatto dell’opposizione che si schiera 'dalla parte dei cittadini' e chiede chiarezza al sindaco Giacomo Tranchida. Dopo giorni di accuse incrociate tra il presidente Valerio Antonini e l’amministrazione, i consiglieri di minoranza mettono la vicenda sotto la lente della Procura e della Corte dei Conti, chiedendo di fare luce su ogni passaggio.
Per l’opposizione, non basta il linguaggio diplomatico del PD o le parole concilianti dell’onorevole Dario Safina: la gestione del Palashark è l’ennesima dimostrazione di un governo cittadino che “piega le istituzioni a logiche personali ed elettorali”. I consiglieri ricordano che, in campagna elettorale, il sindaco esibiva con orgoglio il rapporto con Antonini, tra applausi, conferenze stampa e salamelecchi, e che la società Shark veniva indicata come motore di sviluppo.
Poi, quando Antonini ha iniziato a denunciare inefficienze, sarebbero partiti attacchi e accuse. Per i consiglieri, non è credibile che il Comune scopra solo oggi la trasformazione in Srl: “Tranchida e i suoi – sostengono – lo sapevano già un anno fa e non sono intervenuti, tradendo 3.500 abbonati e scoraggiando investimenti”.
Ora, l’opposizione chiede al sindaco di spiegare perché il Consiglio comunale sia stato escluso da tutto e perché la convenzione venga considerata decaduta solo a stagione avviata. L’idea è chiara: quando Antonini serviva in campagna elettorale veniva celebrato, quando è diventato critico è stato messo nel mirino.
Ecco il testo integrale della dichiarazione diffusa dai consiglieri:
“La vicenda Trapani Shark–Comune di Trapani non può essere liquidata con frasi di circostanza e buone intenzioni come quelle elencate dal PD o dall’on. Safina che intervengono come fossero estranei all’amministrazione. È l’ennesimo atto di un governo cittadino guidato da Giacomo Tranchida e dall’assessore Emanuele Barbara, con il silenzio della maggioranza, che piega le istituzioni a logiche personali ed elettorali.
In campagna elettorale il sindaco esibiva con orgoglio il rapporto con Valerio Antonini, rivendicandolo come garanzia di sviluppo, tra applausi di assessori e consiglieri, conferenze stampa, interventi televisivi, salamelecchi. Antonini era la prospettiva che consentiva di coprire le mancanze amministrative.
Nel 2023 l’acquisto della pompa antincendio da 15.000 euro + IVA rese agibile il Palazzetto e quindi Antonini era un santo, la presenza di Tranchida al matrimonio, la cittadinanza onoraria, il posto fisso nel parterre del Pala Shark. Poi, quando ha iniziato a denunciare inefficienze, sono arrivati attacchi e accuse strumentali.
Tranchida, Barbara, il segretario generale Panepinto e il dirigente Amenta erano perfettamente a conoscenza della trasformazione in SRL. Perché allora non intervennero subito? Perché la convenzione dovrebbe essere dichiarata decaduta solo dopo un anno, a stagione avviata, tradendo 3.500 abbonati e dissuadendo investimenti e tifosi? Perché il Consiglio comunale è stato escluso da tutto questo?
Il sindaco deve spiegare:
• alla società Shark, che ha investito risorse
• ai cittadini, che meritano trasparenza
• agli organi di controllo, Procura e Corte dei Conti, a cui chiediamo di valutare l’intera vicenda.
La verità politica è chiara: quando Antonini serviva in campagna elettorale, veniva celebrato; quando è diventato voce critica, è stato messo nel mirino.
Questa opposizione si dichiara sin d’ora disponibile a sedersi ad un tavolo per concertare la migliore soluzione e portarla a realizzazione, nel rispetto della legalità, a tutela di squadra, tifosi e territorio”.
Firmato: Maurizio Miceli, Giuseppe Guaiana, Gaspare Gianformaggio, Nicola Lamia, Grazia Spada, Salvatore Daidone, Sonia Tumbarello, Salvatore Fileccia, Silvestro Mangano, Santo Vassallo.