Trapani–Misiliscemi, guerra per l’acqua: ultimatum della Regione e scontro legale
È guerra aperta tra Trapani e Misiliscemi per la gestione dell’acqua in piena emergenza idrica. Al centro della contesa l’impianto di sollevamento “Marracco”, cuore della distribuzione verso il neonato Comune di Misiliscemi e parte del sistema acquedottistico “Bresciana” che alimenta Trapani e le aree limitrofe.
La miccia si accende il 6 agosto, quando il sindaco di Misiliscemi, Salvatore Tallarita, attraverso il legale del Comune, avv. Matteo Genovese, contesta le richieste di Trapani di interrompere l’erogazione. Nella lettera si denunciano dieci chiusure ordinate dal 4 giugno, per un totale di venti giorni senza acqua, con motivazioni “inverosimili” mai documentate. “Ogni stop – si legge – lascia senz’acqua non solo per il tempo della chiusura, ma anche per giorni successivi, e in alcune contrade per settimane”.
Il 7 agosto si riunisce la Cabina di Regia della Protezione Civile regionale, convocata per discutere dei flussi dei sistemi Bresciana e Inici. Tallarita sostiene che il suo Comune non è stato messo in condizione di partecipare e che il tema Marracco non era all’ordine del giorno.
L’8 agosto la Cabina di Regia invia a Misiliscemi un ultimatum: consegnare Marracco a Trapani per consentire una “gestione unitaria” della rete. In caso di rifiuto, la Regione avverte che scatterà la segnalazione alla Procura per interruzione di pubblico servizio. Nella nota si parla di “manovre non concordate” e di una portata di 37 litri al secondo “sproporzionata” rispetto alla popolazione di Misiliscemi.
Il 12 agosto Tallarita risponde, allegando il verbale del 5 settembre 2023 con cui Trapani ha formalmente consegnato la rete idrica e Marracco a Misiliscemi.
“La stazione è nostra a tutti gli effetti – afferma – e la gestiamo dal 1° luglio 2024, quando Trapani ha vietato ai propri fontanieri di operare qui”. Poi il ragionamento sul sistema: “Nessuno ha messo in dubbio che il Comune di Trapani è il gestore. Ricevo sempre dei diktat da parte del Comune di Trapani per staccare le pompe di Marracco. Eh, definisco diktat perché non è che mi viene preannunciata la chiusura in maniera tale da poter avvertire i miei concittadini. Quando io aziono le pompe di Marracco, l’acqua viene erogata a Misiliscemi e a Trapani. Quando spengo Marracco, l’acqua si interrompe a Misiliscemi, mentre continua ad arrivare a Trapani. Ogni volta si dà per scontato che noi dobbiamo staccare perché Trapani ha bisogno, senza considerare il fabbisogno dei miei concittadini. In estate qui passiamo da 9.000 a 18.000 abitanti e la distribuzione è a cadenza settimanale: ogni zona riceve acqua solo un giorno. Dovremmo venirci incontro”.
Subito dopo l’ultimatum regionale, Trapani il 14 agosto ha inviato una PEC a Tallarita chiedendo di scegliere se cedere la gestione o consegnare le chiavi. Per il capoluogo, è il passo necessario per garantire la regia unica; per Misiliscemi, l’ennesima forzatura.
Sul tavolo resta la proposta di Tallarita: un tavolo tecnico per una soluzione che non penalizzi nessuno. Nel frattempo, la guerra istituzionale continua, e i rubinetti a secco rischiano di restare il simbolo di questa estate.