Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di una turista che da anni sceglie Marsala e i suoi lidi per trascorrere le vacanze estive.
Quest’anno, però, il racconto è amaro e carico di delusione.
Ecco cosa scrive a Tp24:
«Buongiorno,
sono una turista che da anni frequenta Marsala e le sue spiagge e vorrei segnalare il mio malcontento. La sera di Ferragosto abbiamo partecipato a un evento in spiaggia, organizzato da un noto lido. Abbiamo preso da bere al bar vicino, ma a serata inoltrata io e le mie due figlie (13 e 14 anni) abbiamo chiesto di poter utilizzare il bagno.
Un cameriere ci ha invitato a passare dall’ingresso principale, ma lì un buttafuori ci ha negato l’accesso, a meno di pagare 15 euro a persona. Stessa risposta anche dal lido accanto: bagni chiusi, se non a pagamento.
Eppure, la legge prevede che l’uso dei servizi igienici non possa essere negato a nessuno. Ci siamo sentite umiliate e costrette a rinunciare.
Come se non bastasse, abbiamo pagato un cocktail annacquato, servito in bicchiere di plastica, a un prezzo spropositato.
Nel nostro gruppo era presente anche un disabile in carrozzina: muoversi tra i lidi è stato un incubo. Nessuna passerella adeguata, nessun accesso facilitato.
Intorno a noi persone ubriache, alcune sotto effetto di sostanze, atmosfera litigiosa e poco sicura. Avevamo pensato di dormire in spiaggia, ma siamo tornati a casa.
Dopo tanti anni, è la prima volta che dico: Marsala non si può permettere di avere prezzi e standard da Porto Cervo se poi i servizi non sono nemmeno minimi. L’anno prossimo i nostri soldi li spenderemo altrove».
Un racconto duro, che solleva questioni importanti: dall’accessibilità per i disabili, alla qualità dei servizi offerti dai lidi, fino al diritto – elementare – di poter utilizzare un bagno.
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