Sacchetti abbandonati agli angoli delle strade, discariche a cielo aperto nelle campagne e un'evasione della tassa sui rifiuti che continua a pesare sulle casse comunali e sui cittadini onesti. A Castelvetrano, la lotta contro i “furbetti” della spazzatura è una battaglia che si combatte da anni, ma che sembra non trovare una soluzione definitiva.
Ma chi abbandona i rifiuti per strada? E che tipo di rifiuti sono? Si ha come l’impressione che le discariche a cielo aperto, un tempo fatte quasi esclusivamente di vecchie tv, materassi, recipienti di eternit, secchi di vernici indurite e altri rifiuti ingombranti, oggi si siano “aperte” ai sacchetti della spazzatura non differenziata: vetro, plastica, lattine, cartone, perfino organico. Come dire, la “spazzatura normale”.
Siamo sicuri che si tratta soltanto di incivili, pigri nel differenziare i rifiuti? Forse no, perché dietro a questi illeciti, per altro raramente perseguiti, potrebbe esserci una categoria di persone più diffusa di quanto si pensi: gli “utenti fantasma”. Una larga cerchia di cittadini mai censiti dal comune, che nella loro vita la tassa rifiuti non l’hanno pagata mai. Invisibili, ma tra i principali responsabili del degrado urbano e di un sistema che fatica a stare in equilibrio.
Certo, non è un fenomeno limitato a Castelvetrano. Ogni città, piccola o grande, ha il suo gruppo più o meno ampio.
A Roma, l’introduzione della raccolta differenziata porta a porta in diversi quartieri ha avuto un effetto collaterale tanto inaspettato quanto positivo: sono emersi migliaia di evasori totali. Era il 2018, quando l’allora amministrazione capitolina parlò di oltre 50.000 “utenze fantasma” scoperte grazie al nuovo sistema, individuando e costringendo alla regolarizzazione i cosiddetti “scrocconi della spazzatura” Come ci riuscirono? Semplice: appena cominciò la raccolta differenziata porta a porta, bastò prendere nota dei diversi numeri civici sospetti e poi mandare qualcuno del comune a verificare. Tutti a dire “ma questo ha un costo, non è detto che i comuni se lo possano permettere”. Ma per recuperare un’entrata tributaria, smascherando chi da anni risulta invisibile al fisco, dovrebbe valerne la pena. Soprattutto perché, in qualche modo, per far fronte ai deficit causati da chi non paga, si finisce sempre per gravare su quelli che hanno sempre pagato.
Però a Castelvetrano, nonostante il servizio di raccolta porta a porta sia attivo da più di un decennio, un simile “scandalo” non è mai scoppiato. Il silenzio che avvolge il fenomeno delle utenze non registrate è preoccupante e solleva interrogativi sull'efficacia dei controlli e sulla reale volontà di scovare chi vive ai margini della legalità, scaricando i costi sulla collettività. L’abbandono indiscriminato dei rifiuti per strada non è solo un atto di inciviltà, ma spesso la conseguenza diretta di questa evasione: chi non è registrato, trova nella strada la via più semplice per disfarsi dei propri rifiuti. Gli scrocconi della spazzatura nostrani, sono tra quelli che si sono guardati bene dal ritirare i mastelli della differenziata, per paura di essere registrati e di pagare anche loro la tassa rifiuti.
Il punto dunque non è soltanto quello dei debiti accertati, soprattutto delle grandi aziende nei confronti delle quali, le amministrazioni della città sono state quasi tutte timide nel pretendere il dovuto (i grandi imprenditori sono potenziali collettori di voti). Il problema è ancora più complesso, e riguarda la percentuale di coloro che non solo non pagano la bolletta, ma producono degrado. Un degrado funzionale, che serve proprio a continuare a non pagare la bolletta. Si dirà che questa percentuale è trascurabile. Può darsi. Ma quanta spazzatura in meno, abbandonata ai margini delle strade, ci sarebbe se questi signori venissero costretti a pagare e differenziare?
Identificarli costerebbe troppo? Non ci sarebbe personale sufficiente per effettuare i controlli incrociati? Coinvolgere i cittadini e gli operatori ecologici nelle segnalazioni dei casi sospetti, con uno sconto in bolletta come premio, sarebbe un brutto invito alla delazione?
Certo, il comune ha avviato azioni per il recupero coattivo delle somme non versate, come dimostrano i recenti tentativi di recupero di milioni di euro da migliaia di contribuenti morosi, ma il fenomeno delle “utenze fantasma” e il conseguente abbandono dei rifiuti restano questioni irrisolte.
E la città sembra faccia ancora fatica a capire che i servizi vengono garantiti dalle entrate tributarie.
Egidio Morici