×
 
 
21/08/2025 18:05:00

Zelensky chiede a Trump le garanzie di sicurezza per fermare la guerra

Garanzie di sicurezza. È questa la richiesta principale avanzata da Volodymyr Zelensky a Donald Trump alla Casa Bianca, dopo l’incontro del tycoon con Vladimir Putin in Alaska, affinché si ponga fine alla resistenza ucraina contro l’invasione russa.

 

Al vertice sono stati convocati anche Ursula von der Leyen per l’Unione Europea, il segretario generale della NATO Mark Rutte, Giorgia Meloni, Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer e Alexander Stubb per la Finlandia.

La proposta italiana, volta a rassicurare Kiev, consiste nell’estendere le garanzie dell’articolo 5 del Trattato Atlantico senza però prevedere la piena adesione dell’Ucraina alla NATO.

 

L’articolo stabilisce che un attacco armato contro uno degli Stati membri in Europa o in Nord America venga considerato come un attacco contro tutti, obbligando ciascuno a intervenire con le misure ritenute necessarie, anche con la forza militare.

Gli Stati Uniti hanno già fatto sapere quale sarebbe il loro contributo immediato: supporto aereo, senza però impegnarsi con truppe sul terreno. Francia e Regno Unito, invece, hanno lasciato intendere una disponibilità limitata a inviare soldati a Kiev e dintorni.

 

Zelensky non può dimenticare il Memorandum di Budapest del 1994, con cui l’Ucraina rinunciò alle armi nucleari in cambio della garanzia della propria integrità territoriale. Quando però nel 2014 la Russia invase la Crimea, le reazioni occidentali misero in luce tutte le ambiguità di quell’intesa: né Stati Uniti né Regno Unito ritennero di dover intervenire direttamente, sostenendo che non si configurasse un vero e proprio casus foederis (l’obbligo automatico di assistenza sancito nei trattati di alleanza).

Un precedente che oggi pesa come un macigno. Ma Zelensky spera che, stavolta, non prevalgano i bizantinismi giuridici di cui l’Occidente è maestro.

 

Vittorio Alfieri