×
 
 
22/08/2025 06:00:00

PalaShark: niente bando se si paga, il Comune rilancia la cittadella dello sport a Trapani

Il summit di ieri in Prefettura, tra il Comune di Trapani e la società Trapani Shark, non è stato un incontro sportivo né tecnico, ma un vero avvertimento istituzionale. La questione della convenzione del PalaShark rischia di degenerare e le istituzioni – a partire dalla Prefettura – hanno chiesto il massimo rigore.

Come comunicato dalla Prefettura, l’obiettivo della riunione era garantire un clima sereno in vista della stagione sportiva, in un contesto in cui il rischio di tensioni e proteste di piazza non è escluso. «Le istituzioni – ha ricordato la prefetta Lupo – sono patrimonio dei cittadini e vanno rispettate».

L’incontro, convocato dalla prefetta Daniela Lupo dopo settimane di polemiche, è durato circa un’ora. Al tavolo sedevano anche il questore Felice Peritore, il comandante provinciale della Guardia di Finanza colonnello Costantino La Vecchia e il vicecomandante provinciale dei Carabinieri colonnello Dario Vigliotta. Per il Comune c’erano il sindaco Giacomo Tranchida con il segretario generale, per la società granata il presidente Valerio Antonini con gli avvocati Roberto Schifani e Girolamo Rubino.

Perché l’ordine pubblico è stato al centro del summit?

La prefetta Daniela Lupo ha convocato Comune e Trapani Shark per un motivo preciso: la trasformazione della società da SSD a Srl, unita a dichiarazioni incendiarie e appelli della tifoseria a “mobilitarsi”, rischiava di innescare tensioni in città. «L’11 agosto ho segnalato alla Prefettura e alla Questura alcune affermazioni che alimentavano tensione, ho poi sporto denuncia il 12 agosto», ha spiegato il sindaco Giacomo Tranchida.

L’allerta si è tradotta in misure concrete: durante la manifestazione di Ferragosto, lo stesso sindaco e l’assessore facente funzione erano affiancati da due agenti della polizia municipale in servizio di sorveglianza. La Prefettura, con questore e vertici delle forze dell’ordine, ha così convocato le parti per scongiurare il rischio di escalation.

Lo aveva confermato indirettamente anche Valerio Antonini: «Tanti tifosi mi hanno detto: presidente, vogliamo fare qualcosa. Io ho risposto: no, non si deve fare nulla. Si deve parlare di pallacanestro, non di politica».

Bollette e bando: accordo decisivo entro ottobre

Il nodo resta quello delle bollette, stimate dal Comune in oltre 120mila euro e contestate dalla società. In questo quadro pesa la lettera firmata personalmente dal sindaco il 14 agosto 2025 (prot. 69346/2025), con cui Tranchida ha garantito l’uso del PalaDaidone per la stagione 2025/26. Non una delibera di giunta, dunque, ma un’iniziativa diretta del primo cittadino, che si è assunto in prima persona la responsabilità politica e amministrativa di evitare vuoti e assicurare la regolarità del campionato.

La disposizione amministrativa a firma diretta del sindaco ha un valore preciso: concede tempo fino al 31 ottobre per definire la vicenda, aprendo alla possibilità di un accordo transattivo. 

In sostanza, la determina mette una pezza temporanea: il Comune si riserva la facoltà di avviare procedure di evidenza pubblica solo se la convenzione sarà dichiarata invalida o se il contenzioso sulle bollette non sarà risolto.

«Il palazzetto resta nella disponibilità della città e della squadra ha chiarito Tranchida – ma nel rispetto delle procedure, perché un atto non conforme può essere impugnato da chiunque».

Il sindaco, dunque, abbassa i toni con un atto ponte che mette al riparo la stagione ma lascia il Comune libero di agire con un bando di evidenza pubblica qualora la convenzione fosse dichiarata invalida o il contenzioso sulle bollette non fosse risolto.

La lettera stabilisce che, se la società provvede al pagamento e adempie alle posizioni fiscali e tributarie, il bando non scatterà. Se invece il contenzioso rimane aperto, l’amministrazione potrà avviare le procedure di evidenza pubblica per l’affidamento dell’impianto.

Per questo entro il 31 ottobre diventa decisiva un’intesa transattiva, che salvi da un lato la regolarità del campionato, dall’altro gli interessi patrimoniali del Comune.

Carte in regola e fatture quietanzate

Il sindaco insiste su un punto: «Un conto è investire, un altro è documentare. Servono fatture quietanzate per qualsiasi riconoscimento». Per il Comune, o qualsiasi Ente pubblico, non basta presentare spese o preventivi: bisogna dimostrare l’avvenuto pagamento, condizione necessaria per far valere gli importi di fronte all’amministrazione.

L’avvocato Rubino e il peso simbolico

Antonini, dal canto suo, ha portato al tavolo l’avvocato Girolamo Rubino, già figura nota al Comune. Rubino, insieme a Giuseppe Impiduglia, aveva difeso Tranchida nel ricorso presentato da Maurizio Miceli, che contestava la regolarità delle elezioni comunali. Il presidente ha voluto sottolinearne il valore: «È stato l’avvocato che ha legittimato la vittoria alle elezioni… questo avvocato è legge». Un richiamo calibrato per rafforzare la sua posizione: se il legale che in passato ha difeso l’amministrazione sostiene oggi la validità della convenzione, per gli Shark non c’è discussione possibile.

La cittadella dello sport e il nodo climatizzazione

Tranchida ha toccato anche la questione climatizzazione: «La convenzione prevede che gli oneri siano tutti a carico del gestore, anche straordinari ed efficientamenti, compresa la climatizzazione». Ha però annunciato un progetto più ampio: «Stiamo lavorando a un finanziamento per una cittadella dello sport naturale, tra Pala Daidone e piscina olimpionica, con climatizzazione, tribuna coperta e pannelli solari. È un’iniziativa unilaterale del Comune, non obbligatoria, la convenzione dice altro».

Una partita ancora aperta

Il vertice in Prefettura ha evitato che la tensione degenerasse ma non ha sciolto i nodi. Da una parte Antonini rivendica la validità della convenzione e minaccia la “soluzione B” con la squadra pronta a trasferirsi «fino a quando non ci sarà più Tranchida sindaco». Dall’altra il primo cittadino ribadisce regole, carte in regola e rispetto delle procedure: «Il granata non è solo il colore di una squadra ma un simbolo della città e dei suoi sacrifici. Continuiamo con determinazione senza cedere a pressioni o ricatti».

L’autunno sarà decisivo: entro ottobre si capirà se il PalaShark resterà un terreno di scontro o diventerà il cuore della cittadella dello sport trapanese.