Entro fine 2026 il cambio sarà operativo. Prima la chiusura del Piano economico finanziario, poi la gara europea, infine l’avvio della nuova gestione dell’acqua. È dentro questa cornice temporale che prende forma la svolta annunciata dall’ATI Idrico di Trapani per i comuni ex EAS.
Per anni, in queste città, l’acqua è stata un servizio fragile e spesso invisibile. Arrivava a singhiozzo, finiva senza preavviso, tornava quando poteva. Ma soprattutto non si misurava. Niente contatori diffusi, poche bollette reali, consumi lasciati all’intuito. Un sistema che ha prodotto sprechi e squilibri difficili da recuperare.
Oggi il quadro è cambiato. Francesco Gruppuso, presidente dell’ATI Idrico di Trapani, lo spiega partendo dai numeri e non dagli slogan. “Noi ci siamo”, dice, chiarendo che il Piano economico finanziario è arrivato all’ultimo miglio. “La società incaricata della preasseverazione ci ha detto che il PEF è talmente solido da poter giustificare qualunque modello di gestione, persino una gestione totalmente pubblica”. Un passaggio tecnico che certifica una cosa semplice: il sistema idrico oggi sta in piedi.
Ma la svolta non è solo nei documenti. È anche nell’organizzazione. L’ATI ha chiuso la fase emergenziale ed è passata a una struttura gestionale definitiva, con l’ingresso di figure chiave che mancavano da anni. Il passaggio decisivo è stato l’arrivo del direttore generale, una figura che ha consentito di fare il salto di qualità, coordinare gli uffici e dare continuità alle scelte. Gruppuso lo chiarisce senza giri di parole: “Siamo passati da una struttura provvisoria a una struttura stabile, con un direttore generale e con responsabilità ben definite”. Oggi l’ATI può contare su una struttura completa, con direzione generale, area tecnica, finanziaria e amministrativa, capace di reggere una fase complessa come quella che porterà alla gara e alla gestione industriale del servizio
In questo percorso ha avuto un ruolo anche Invitalia, chiamata a supporto nelle fasi più delicate. Il suo ingresso ha rafforzato la credibilità dell’intero impianto. “Con Invitalia abbiamo avuto un supporto determinante per rendere il piano bancabile e pronto per il mercato”, spiega Gruppuso, sottolineando come l’interlocuzione con una struttura nazionale abbia dato garanzie ulteriori anche sul fronte degli investimenti.
Per i cittadini, però, la svolta non è nei documenti ma nelle case. Il nodo sono i contatori, spiega Gruppuso, perché “il sistema si mette in riga solo quando ogni utente ha il suo contatore”. È per questo che l’ATI ha programmato l’installazione dei contatori intelligenti, gli smart meter, necessari per passare a una bollettazione reale e allineata alle regole ARERA. “Solo così si paga per quello che si consuma davvero”, chiarisce.
Nei 14 comuni ex EAS – Castellammare del Golfo, Buseto Palizzolo, Custonaci, Favignana, Valderice, Erice, Paceco, Salemi, Gibellina, Santa Ninfa, Partanna, Poggioreale, Campobello di Mazara, Salaparuta, San Vito Lo Capo – l’impatto sarà forte. In molti casi sarà la prima vera bolletta dell’acqua. “All’inizio sembrerà che non sia cambiato nulla, poi arriveranno le bollette e si capirà che è cambiato tutto”, avverte Gruppuso. E la regola sarà una sola: “chi consuma poco paga poco, chi consuma di più paga di più”.
Tutto questo, però, non cancella la crisi idrica. Gruppuso lo dice senza giri di parole: “Sul Garcia oggi non c’è più acqua, sull’Arancio abbiamo una proiezione di due o tre mesi”. I dissalatori aiutano, ma non risolvono. “Aiutano tantissimo, ma da soli non sono la soluzione definitiva”, sottolinea.
La strategia passa allora anche dai pozzi. Negli ultimi mesi è stato completato il revamping di tutte le fonti recuperabili, spiega Gruppuso, e i pozzi di Partanna entreranno nel sistema di sovrambito garantendo “circa 40 litri al secondo in più”. Non la bacchetta magica, ma un contributo stabile.
La timeline ora è definita. “Entro fine 2025 avremo la preasseverazione del Piano economico finanziario - dice il presidente dell’ATI - Nel 2026 partiremo con la gara europea per la gestione del servizio idrico e a fine 2026 potremo avviare la nuova gestione mista pubblico-privata”. Una procedura che vale quasi tre miliardi di euro tra investimenti e gestione.
Nel mezzo ci sarà una fase di transizione, prevista dalla legge. “Non puoi mettere tutti i contatori in un giorno - chiarisce Gruppuso - Ci sarà un periodo forfettario, poi partirà la misurazione reale dei consumi”.
Il messaggio finale è diretto e senza sconti. “Per far funzionare tutto serve anche la partecipazione dei cittadini - conclude il presidente dell’ATI Idrico - L’acqua va preservata, non sprecata. Solo così potremo ridurre consumi e costi e uscire davvero dal disastro ereditato”.