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27/08/2025 06:00:00

Guerra dell'acqua, il sindaco di Misiliscemi: «A Milo si perdono litri da un anno, non c'entra Marracco»

In una provincia assetata come Trapani, ogni secondo scorrono via senza essere utilizzati 40 litri d’acqua dalla grande condotta della Bresciana. A questa dispersione si aggiunge la falla di Milo, in via Erice-Mazara, che da oltre un anno scarica 4 litri al secondo, cioè più di 300 mila litri al giorno, finendo ad allagare anche un cantiere stradale. È su questo paradosso che il sindaco di Misiliscemi, Salvatore Tallarita, punta il dito: «Il problema nasce da Milo, lì si perdono litri e litri d’acqua senza che nessuno intervenga. Si enfatizza Marracco solo per nascondere altre responsabilità».

Intanto i numeri ufficiali raccontano una rete fragile e piena di falle. La condotta di 60 chilometri che collega i pozzi di Bresciana al serbatoio di San Giovannello a Trapani perde 40-45 litri al secondo lungo il tragitto, secondo i dati forniti dal dirigente comunale Orazio Amenta. Perdite che si sommano a quelle di Milo, in via Erice-Mazara, dove ogni giorno oltre 300 mila litri finiscono a terra, allagando anche il cantiere adiacente.

Nonostante ciò, per l’Amministrazione trapanese la priorità resta una sola: «Evitare che la città rimanga senza una goccia d’acqua per più di 72 ore». Soprattutto durante la stagione turistica. Da qui la scelta di spegnere più volte Marracco e, nei giorni più tesi, persino di chiuderlo con un lucchetto per impedire l’accesso a Misiliscemi.

La disputa nasce infatti da quell’impianto di sollevamento: 

  • dal 4 giugno Trapani ne ha disposto lo stop almeno dieci volte, lasciando Misiliscemi senza acqua per venti giorni;
  • il 6 agosto Tallarita ha contestato formalmente le interruzioni, definite «immotivate»;
  • il giorno dopo, la Cabina di regia della Protezione Civile ha discusso dei flussi idrici, senza però – accusa Misiliscemi – coinvolgere il Comune;
  • l’8 agosto la stessa Cabina ha intimato a Misiliscemi di consegnare Marracco a Trapani per una gestione unitaria, minacciando in caso contrario la Procura;
  • il 12 agosto Tallarita ha replicato allegando il verbale di consegna della rete datato settembre 2023, con cui la stazione era passata al nuovo Comune;
  • il 14 agosto Trapani ha inviato una PEC per ottenere le chiavi o la gestione diretta.

Lo scontro è esploso il 21 agosto: i serbatoi di Trapani erano ormai ai minimi e l’amministrazione Tranchida ha chiesto lo spegnimento di Marracco per 12 ore. Misiliscemi ha rifiutato, Trapani ha spento l’impianto d’autorità e subito dopo Misiliscemi lo ha riattivato. Da lì la decisione di mettere un lucchetto.

Seguita da una raffica di denunce. Trapani accusa Misiliscemi di interruzione di pubblico servizio, Misiliscemi ribadisce di avere un verbale del 2023 che certifica la consegna della rete, mentre i cittadini presentano esposti contro ignoti e scrivono perfino al presidente della Repubblica. 

Intanto la Cabina di regia della Protezione civile ha ricordato che la Bresciana è un sistema unico e che la responsabilità resta in capo al Comune di Trapani, titolare delle autorizzazioni sanitarie e tecniche

«Non può risponderne chi lungo la strada apre e chiude valvole come un rubinetto», ribatte il sindaco Tranchida.

Alla disputa tecnica si aggiunge quella finanziaria, tanto che sul fronte dei conti, Trapani è netta: «Siamo creditori di oltre 3 milioni – denuncia l’amministrazione –. Ogni giorno anticipiamo soldi per lavorazione, manutenzione e interventi, ma Misiliscemi non paga o perde tempo. Avvieremo il decreto ingiuntivo». 

La replica di Tallarita non si è fatta attendere: «Il Comune di Misiliscemi ha un accantonamento di 12 milioni di euro. Aspettiamo i rapporti patrimoniali e lì si farà il dare e avere. Chiuderemo tutto, ma non si può scaricare ogni volta la colpa su di noi».

Sul fronte politico si muove la deputata M5S Cristina Ciminnisi, che ha chiesto un’audizione in IV Commissione all’Ars. «Assistiamo da settimane a uno spettacolo indegno fatto di ordinanze, chiavi e lucchetti – accusa –. A pagare sono i cittadini, costretti a taniche e autobotti, mentre Regione e ATI si dimostrano incapaci di programmare».

Intanto, mentre si litiga sulle carte e sulle competenze, a Milo continua a sgorgare acqua sull’asfalto. Una falla da un anno mai riparata che fotografa il paradosso della guerra dell’acqua: i Comuni si contendono Marracco e i soldi, ma migliaia di litri al giorno continuano a perdersi senza che nessuno intervenga.