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27/08/2025 06:00:00

Castelvetrano – Palermo solo andata, ecco perché il concerto antimafia è stato spostato

 La maratona musicale contro la mafia, prevista per il 13 settembre al Parco Archeologico di Selinunte, è stata spostata a Palermo, riprogrammata per il 6 e 7 settembre nella spiaggia libera di Mondello. Ne ha dato notizia l’associazione “A nome loro”, con un amaro comunicato stampa, in cui è stato legittimamente sottolineato come l’iniziativa si ponesse come un “un tentativo di presidiare un territorio per troppo tempo consegnato al giogo del compromesso e all’indifferenza, abbandonando una comunità intera e lasciando indisturbata una latitanza lunga più di trent’anni”.

 

Stavolta però la latitanza sembra essere quella della politica, dal momento che il motivo principale dell’annullamento del concerto è legato al mancato finanziamento della Regione Siciliana. Certo, lo si sapeva già dallo scorso giugno, quando si era scelto di chiedere agli spettatori un contributo simbolico di 10 euro, anche con l’impegno di riqualificare un parco giochi della vicina Triscina e di intitolarlo ai fratellini Asta, vittime di mafia nella strage di Pizzolungo del 1985. Ma non sempre le cose prendono la piega giusta e la necessità del contributo regionale era diventata comunque imprescindibile. Soprattutto perché il comune di Castelvetrano, trattandosi di centinaia di migliaia di euro, non avrebbe potuto risolvere lo stallo. E a nulla è valso l’interessamento di Nicola Catania, che in passato aveva fatto sì che l’evento venisse inserito tra gli interventi a tabella erogati dal Dipartimento del turismo, dello sport e dello spettacolo. La sua stretta collaborazione col presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gaetano Calvagno non è stata sufficiente a sciogliere il nodo.

 

Ed il motivo lo si può facilmente immaginare, dal momento che quest’ultimo è indagato per corruzione e peculato. Secondo la Finanza, Calvagno avrebbe erogato “Ingenti fondi pubblici per manifestazioni ed eventi di suo interesse elettorale”, contando su più di 50 collaboratori in due anni e mezzo. Un numero abbastanza alto, se si considera che il suo predecessore, Gianfranco Micciché, ne ebbe 24 per tutti e cinque gli anni in carica.

 

L’associazione “A nome loro”, nella loro lunga nota, scrive anche di aver richiesto per ben tre volte un incontro all’assessore regionale al turismo, sport e spettacolo On. Elvira Amata, senza mai ricevere risposta. Ma anche l’assessore Amata risulta indagata da gennaio scorso in quest’inchiesta sui contributi a eventi e associazioni concessi dal Parlamento siciliano sotto diverse forme. Difficile in questa situazione firmare per ulteriori finanziamenti, nonostante la specchiata genuinità (per altro già testata negli anni precedenti) del concerto in onore delle vittime di mafia, che ha visto il coinvolgimento di decine di artisti. Senza contare il prevedibile timore di funzionari e dirigenti che un’autorizzazione possa legarli in qualche modo ad uno scandalo, nel caso in cui un errore di procedura fosse interpretato come voluto e collegato ad un illecito.

 

Insomma, tutto lascia pensare che l’associazione “A nome loro” sia stata a sua volta “vittima”.

Vittima della politica impietrita da un’inchiesta per corruzione, che si è dimostrata indifferente, incapace di leggere la realtà. Ma gli organizzatori hanno reagito alle difficoltà trovando comunque un’alternativa per non rinunciare all’evento: una nuova casa a Mondello, per continuare a stringersi attorno al ricordo delle vittime innocenti della mafia.

 

“Di questa politica – scrive l’associazione - ancora figlia di logiche nefaste e obsolete e ancora fatta da gente legata a doppio filo con ambienti criminali che preferisce alimentare logiche clientelari all’autonoma iniziativa di libere cittadine e cittadini, siamo francamente stufi”.

 

Difficile darle torto.

 

Egidio Morici



Cultura | 2025-12-10 16:33:00
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