Come abbiamo già scritto, il concerto antimafia “A nome loro”, inizialmente previsto per il 13 settembre a Selinunte, è stato spostato a Mondello. Decisione scaturita da un mancato finanziamento regionale, che ha portato gli organizzatori a trovare una nuova sede e un sostegno nella manifestazione del CNA di Palermo, che finanzierà interamente l’evento. Due giornate, delle quattro della propria manifestazione, saranno dedicate al concerto “A nome loro”.
Alla fine dunque, tutto si svolgerà a Mondello il 6 e il 7 settembre.
Della vicenda abbiamo parlato con l’assessore Rosalia Ventimiglia, alla quale abbiamo posto qualche domanda.
Assessore, ci può spiegare il suo punto di vista su quanto accaduto?
L’amministrazione comunale, anche se indirettamente, era stata coinvolta da diversi mesi nell’organizzazione dell’evento. Sono stata io a suggerire uno sbigliettamento simbolico con finalità sociale, vista la difficoltà nell’ottenere il finanziamento regionale che Sade Mangiaracina mi aveva riferito all’inizio dell’estate. Così è nata l’idea di un biglietto simbolico di 10 euro, i cui proventi sarebbero stati destinati anche alla riqualificazione del parco giochi intitolato ai fratellini Asta, vittime della mafia. La mia proposta era stata accolta con entusiasmo, ma fino alla settimana scorsa si erano venduti soltanto 300 biglietti. Allora ho parlato col sindaco, che ha voluto fare un incontro lunedì mattina per capire meglio la situazione. E in quell’occasione gli organizzatori hanno comunicato di aver già deciso lo spostamento e di aver già preso contatti con il CNA per organizzare l’evento a Palermo.
Quindi, anche volendo, l’amministrazione comunale non avrebbe potuto sopperire al mancato finanziamento?
Questo non sarebbe potuto accadere comunque, data anche l’entità del finanziamento. Il comune non avrebbe avuto la possibilità di disporre di 100 mila euro.
C’è, secondo lei, la possibilità che il prossimo anno, “A nome loro” possa tornare di nuovo a Selinunte?
Lo spero tanto. Anche perché, ci sarebbe l’intenzione di adottare un approccio diverso: organizzare l’evento come ente comunale, “istituzionalizzandolo”, un po' come avviene oggi per il Cuscus Festival. Ciò a causa della maggiore sicurezza nei finanziamenti per i comuni rispetto alle associazioni private. Abbiamo visto come il presidente Schifani sia stato categorico, esprimendo una chiara posizione contro i finanziamenti alle associazioni private. Consideri che in tutta la Sicilia nessuna associazione privata ha ricevuto contributi.
Però l’indagine sui contributi a eventi e associazioni concessi dal Parlamento siciliano sotto diverse forme, ha certamente avuto la sua influenza. Forse è anche per questo che l’associazione “A nome loro”, nel proprio comunicato stampa, ha fatto un accenno alle logiche clientelari proprie della Regione Siciliana. Lei che ne pensa?
È una cosa che non condivido. Il finanziamento non è stato concesso a nessuna associazione, seguendo un criterio equo per tutti. Certo, si è trattato di una decisione legata ad un’inchiesta su presunti clientelismi, ma io sono garantista, aspetterei l’eventuale processo.
I cittadini hanno assistito all’annullamento di diversi concerti al Parco Archeologico. Qualcuno ha pure pensato che ci sia dietro una logica per limitare la ripresa di Castelvetrano. Qual è la sua lettura?
Attenzione, è importante distinguere questo caso dagli altri eventi annullati. Per esempio, non volere il concerto di Mochakk è stata una scelta del direttore del Parco archeologico, dettata dall’intenzione di destinare il sito ad altre forme d’arte e di comunicazione.
Mentre l’annullamento dei concerti organizzati da Coop Culture ha avuto una dinamica diversa: Coop Culture quest’anno non ha acquistato gli spettacoli. Le agenzie li proponevano, li mettevano in programma e ognuna si vendeva i propri biglietti. Molto probabilmente sono saltati perché non si è riusciti a coprire le spese. Per “A nome loro” invece, i costi da sostenere prima del concerto erano enormemente superiori, considerando i biglietti aerei, il vitto e l’alloggio per gli artisti, il service, la costruzione del palco… Insomma, con 3000 euro sarebbe stato impossibile farvi fronte. Considerando anche che gli artisti avevano tutti rinunciato al proprio compenso.
Quanto le reazioni sui social media influenzano la sua attività amministrativa?
Guardi, io vado avanti per la mia strada, nonostante sia bersaglio di attacchi costanti. Di quello che scrivono sui social mi importa poco, il web è pieno di tuttologi che credono che amministrare sia semplice. Quello che mi infastidisce è invece la critica sulla mia scelta di sostenere Totò Cuffaro, come se questo fosse in contraddizione con il mio profondo rifiuto della mafia che ho sempre dimostrato con i fatti. Ma io non sono col politico di ieri. Oggi Cuffaro è una persona diversa, consapevole di aver commesso degli errori che ha pagato, saldando il suo conto con la giustizia. E il mio profondo rifiuto della mafia è sempre stato dimostrato con i fatti.
Egidio Morici