Sade Mangiaracina, “Abbiamo salvato A Nome Loro, ma non vogliamo abbandonare Castelvetrano”
Abbiamo fatto qualche domanda a Sade Mangiaracina, organizzatrice dell’evento “A nome loro”, spostato da Castelvetrano a Palermo.
Avete già espresso in un comunicato stampa la vostra amarezza per l’annullamento dell’evento “A nome loro” a Castelvetrano. Ma possiamo considerare questo trasferimento a Palermo come temporaneo? Il prossimo anno tornerete al Parco Archeologico di Selinunte?
La voglia di ritornare c’è tutta, perché questa è casa mia, è il mio territorio. È necessario però che si creino le condizioni adatte, se no saremo costretti a farlo da un’altra parte. O addirittura a non farlo. E ci dispiacerebbe molto, perché per noi è una cosa identitaria, alla quale crediamo molto. Quest’anno, a prescindere dagli scandali che ci sono stati sulle sovvenzioni della Regione Siciliana alle associazioni, le condizioni non si sono volute creare. Dico questo perché delle soluzioni erano state tentate, ma si sono scontrate con un’indifferenza istituzionale che ci ha spiazzati.
Che tipo di soluzioni?
Il Parco Archeologico si era offerto di essere co-organizzatore dell’evento, in modo da poter accedere ai relativi fondi regionali e gestirli. Poi eravamo in attesa di un emendamento da 100.000 nella finanziaria correttiva, ma anche quello è stato bocciato. Insomma, quello che abbiamo percepito è stato un immobilismo generale e una mancanza di volontà di trovare una soluzione.
Potremmo dire che l’indagine su Calvagno ha prodotto una sorta di corto circuito in Fratelli d’Italia? Dei finanziamenti dell’evento si è sempre interessato Nicola Catania, prima da onorevole e poi da collaboratore del presidente dell’Ars. Stavolta qualcosa è andato storto.
Noi non abbiamo nessuna connotazione politica. Ma l’organizzazione deve tantissimo a Nicola Catania, che sin dall’inizio si è proposto per darci una mano e ha continuato a supportare l’evento anche nel secondo e terzo anno, facendo l’impossibile. È sua la proposta dell’emendamento per il finanziamento da 100.000 euro, che però è stato bocciato. Possiamo dire che, nonostante i suoi sforzi, la politica regionale non lo ha ascoltato. Però è stato l’unico politico del territorio trapanese ad essersi mosso concretamente per supportare l’evento. Ripeto, non siamo di nessun partito, siamo soltanto vicini a chi ci vuole dare una mano. E speriamo che una qualche soluzione possa essere trovata per il futuro.
Anche perché c’è l’entusiasmo degli stessi artisti che partecipano con molto trasporto
Esatto. Il primo anno si sono esibiti gratuitamente, ma negli anni successivi abbiamo deciso di pagarli, magari con dei compensi “scontati” per la nobile causa. Noi che lavoriamo nel mondo dell’arte, sappiamo cosa vuol dire. E dunque, quest’anno, oltre ai costi di palco e service, vi sono quelli per gli artisti, che possono arrivare anche a 10.000 euro per i singoli. Abbiamo firmato contratti e preso impegni con tante persone. C’è uno staff professionale che lavora da un anno, con persone che collaborano anche a grandi eventi nazionali come il Concerto del Primo Maggio. La cancellazione dell’evento avrebbe comportato il pagamento di penali, visto che tanti magari avevano rinunciato ad altri lavori. Artisti del calibro di Ron o Enzo Avitabile, in caso di annullamento avrebbero avuto diritto ad almeno metà del loro cachet. È evidente che non ce l’avremmo fatta.
Ecco, se si sapesse che cosa c’è dietro l’organizzazione di un evento come questo, forse si eviterebbero certi commenti sui social, dove si è persino suggerito che i fondi per il concerto dello scorso anno si sarebbero potuti usare per migliorare i servizi ai cittadini.
In ogni caso, grazie al CNA di Palermo siamo riusciti a salvare l’evento, che comunque rimarrà in Sicilia.
Un peccato però per la riqualificazione del parco giochi di Triscina da intestare ai fratellini Asta, uccisi dalla mafia nel 1985
Questa è la cosa che ci dispiace di più e che avremmo potuto realizzare con una parte dei biglietti venduti. Era un nostro desiderio di fare qualcosa in più per la cittadinanza, sebbene non fosse un nostro dovere diretto. Ma l’evento non è solo di natura musicale o concertistica, ha anche un forte impegno sociale e di restituzione di beni essenziali per la cittadinanza. L’organizzazione dà borse di studio a ragazzi per il conservatorio e per la scuola di alta formazione musicale di Mogol (CET), offrendo opportunità di lavoro e formazione a molte persone. È anche per questi motivi che non vediamo l’ora di ritornare.
Egidio Morici
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