Il Luglio Musicale Trapanese a rischio insolvenza: questa la "sentenza" dei Revisori dei Conti. Una tempesta finanziaria che si abbatte sulla partecipate del Comune con due atti ufficiali, emersi per la prima volta, che confermano la crisi in maniera inequivocabile. Da un lato il Collegio dei Revisori dei Conti del Comune certifica una gravissima esposizione debitoria, con rischio concreto di insolvenza e la possibilità di una segnalazione alla Corte dei Conti. Dall’altro, una determinazione dirigenziale mostra come l’ultima tranche del contributo comunale da 150 mila euro sia stata colpita da un pignoramento: oltre 75 mila euro sono stati accantonati per ordine del Tribunale di Trapani e solo la parte restante è stata materialmente liquidata all’Ente.
I Revisori parlano di una situazione ormai strutturale. Nei documenti si leggono oltre 723 mila euro di debiti tributari e previdenziali accumulati soprattutto tra il 2015 e il 2019, e un mutuo da 435 mila euro acceso nel 2019 per coprire spese correnti, in violazione dei principi contabili che consentono l’indebitamento solo per investimenti. Una scelta che ha aggravato i conti anziché stabilizzarli. A questo si sommano l’impossibilità di rispettare i piani di rientro e un apparato amministrativo ridotto, incapace di gestire carichi sempre più complessi. Per i Revisori il rischio di insolvenza è concreto e si profila l’ipotesi di liquidazione o dismissione della partecipazione comunale.
Il Collegio è netto: senza interventi urgenti e strutturali, la vicenda sarà segnalata alla Corte dei Conti, non solo per documentare la crisi ma anche per accertare eventuali responsabilità legate a possibili danni erariali. In sostanza, chi non vigila rischia di dover rispondere del proprio operato.
L’altro documento ufficiale racconta la crisi sul piano pratico. Il Comune deve ogni anno versare al Luglio Musicale 430 mila euro, suddivisi in due rate. Dopo un primo acconto e un pagamento intermedio, restava il saldo di 150 mila euro. Ma un pignoramento presso terzi, disposto dal Tribunale di Trapani su istanza di un creditore ed ex dipendente, ha bloccato metà della somma. L’amministrazione, come previsto dalla legge, ha dovuto dichiararsi debitore nei confronti dell’Ente e accantonare 75.210 euro, lasciando nelle casse del Luglio solo i restanti 74.789 euro.
Il risultato è evidente: i contributi pubblici che dovrebbero sostenere la stagione artistica finiscono intercettati dai creditori. I soldi del Comune, invece di alimentare la programmazione culturale, vengono destinati a coprire debiti pregressi, segnale che la crisi non è più solo scritta nei bilanci ma si traduce in azioni giudiziarie reali.
L'amministrazione, dal canto suo, soottolinea come un piano di rientro sia già in atto e che la situaizone è sotto controllo.
«La vicenda del Luglio Musicale non rappresenta alcuna novità sostanziale – afferma Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani e presidente del Luglio Musicale –. Tutto è già stato oggetto di confronto in Consiglio comunale e supportato da una relazione scritta che chiarisce la situazione. I debiti segnalati risalgono a 15–20 anni fa e riguardano principalmente pendenze contributive e fiscali antiche, difficili da onorare secondo le scadenze ordinarie. I Revisori dicono semplicemente: “Fate attenzione, predisponete un piano di rientro”. Non c’è nulla di nuovo e voglio sottolineare che queste passività non sono state generate dall’amministrazione in carica dal 2018 a oggi».
Il futuro del Luglio Musicale resta quindi appeso a un filo: tra richiami della Corte dei Conti, creditori che bussano alla porta e contributi comunali dimezzati da pignoramenti, il rischio è che una delle istituzioni culturali più antiche della città non riesca più a garantire la propria continuità.