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03/09/2025 17:00:00

Marsala 2026 e il "mercato" elettorale per reclutare cacicchi e capibastone

Cercasi cacicchi e capibastone di Marsala: coloro che hanno un peso elettorale specifico grazie al possesso di un pacchetto di voti, a discapito del suffragio d’opinione che, a Lilibeo, resta ancora marginale.

 

Ad appena otto mesi dalle amministrative di maggio 2026, gli aspiranti al quartiere spagnolo sembrano essere più impegnati nella ricerca di questi “mediatori di consenso” che nella costruzione di una visione politica per la città.

 

Alcuni di loro sono figure storiche, detentrici da decenni di preferenze, autentiche garanzie elettorali. Su tutti spicca il presidente del consiglio comunale, Enzo Sturiano, ribattezzato “Mister 1.000 preferenze”: da venticinque anni siede stabilmente a Sala delle Lapidi, e dal 2012 domina l’assise per manifesta superiorità rispetto ai competitors.

Il sindaco Massimo Grillo, a sua volta in cerca di figure di questo tipo per la prossima tornata elettorale, lo ha voluto al suo fianco. Alle regionali del 2022 lo sostenne apertamente, scatenando l’ira di Eleonora Lo Curto, ma riuscendo comunque nel capolavoro politico di mantenere al proprio fianco Stefano Pellegrino, nonostante lo “sgarbo istituzionale” ai suoi danni: Pellegrino era candidato nello stesso collegio, ed è stato poi rieletto all’ARS. E l’avvocato, in quanto a consensi, resta un primattore della scena locale.

 

Tra i protagonisti consolidati c’è anche Paolo Ruggieri, con la sua lista ProgettiAmo Marsala: cinque anni fa raccolse 3.433 voti, portando tre esponenti a Sala delle Lapidi. Un risultato importante, sebbene lo stesso Ruggieri non goda di grande simpatia all’interno del centrodestra. Basti ricordare che nel 2012, quando si presentò con la lista Marsala Avvenire – Noi Marsalesi – Salvatore Ombra Sindaco, ottenne un discreto riscontro, che però oggi appare appartenere a un’era geologica.

Un altro nome da tenere d’occhio è Michele Gandolfo, che ha potuto contare su un pacchetto di voti sufficiente a diventare assessore con Grillo, salvo poi essere estromesso. È già molto attivo in vista del 2026. Stesso discorso per Nicola Fici, che ha indubbiamente un seguito personale, anche se la sfida di tradurre questo consenso in voti sufficienti per diventare sindaco resta complessa.

 

Sul fronte del centrosinistra, invece, il partito più strutturato, il PD, non sembra in grado di imporre la sua segretaria Linda Licari o un proprio esponente. Da qui il dialogo con Andreana Patti, intenzionata a costruire un consenso più trasversale e che non ha esitato a dichiarare: «Io non sono una candidata del centrosinistra.»

Con queste premesse, e con oltre 33mila cittadini che alle ultime amministrative hanno disertato le urne, diventa vitale per chiunque si candidi non solo reclutare i “signori delle preferenze”, ma soprattutto riuscire ad attrarre gli elettori con idee e progetti capaci di restituire fiducia alla città.

 

Vittorio Alfieri