Bollette dell’acqua troppo salate per i cittadini che si ritrovano a fronteggiare consumi anomali a causa di guasti o perdite occulte. È questo il tema sollevato dai consiglieri comunali di minoranza di Calatafimi, Paolo Bonventre e Cristina Butera, che hanno presentato una proposta di emendamento al Regolamento municipale del servizio idrico integrato.
Secondo i due esponenti, l’attuale sistema tariffario – basato su scaglioni che superano anche i 4 euro al metro cubo oltre la terza fascia, ai quali si sommano i costi di fognatura e depurazione – rischia di penalizzare ingiustamente le famiglie in caso di perdite non imputabili a un uso eccessivo dell’acqua.
La proposta mira a introdurre una forma di tutela: i consumi eccedenti dovuti a perdite documentate e certificate da un tecnico e dall’ente gestore non verrebbero più fatturati con la tariffa piena. Al contrario, la parte eccedente rispetto al consumo medio storico degli ultimi due anni sarebbe addebitata al solo costo di approvvigionamento sostenuto dal Comune.
Per usufruire del beneficio, gli utenti dovrebbero presentare istanza entro dieci giorni dal rinvenimento della perdita – e comunque entro quindici giorni dalla ricezione della bolletta – allegando la documentazione tecnica.
«Vogliamo tutelare i cittadini da spese ingiustificate – spiegano Bonventre e Butera – con un provvedimento che garantisca equità sociale, sostenibilità economica per l’ente e responsabilità condivisa, incentivando la segnalazione tempestiva delle perdite».
La proposta sarà ora esaminata dal consiglio comunale di Calatafimi Segesta, che dovrà decidere se accogliere la modifica. Secondo i proponenti, l’emendamento rappresenta un atto di responsabilità sociale e un segnale di attenzione concreta da parte delle istituzioni.
La proosta arriva dopo le segnalazioni di spreco d’acqua in contrada Sasi (potete leggere qui) alla quale ha replicato e fatto chiarezza il sindaco Francesco Gruppuso.