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04/09/2025 10:35:00

L'abbraccio tra Putin e Xi Jinping e l’effetto Trump sullo scacchiere globale

Roma, Londra, Madrid, Parigi, Berlino, Bruxelles – UE, abbiamo un problema. Mutuando il messaggio della missione statunitense Apollo 13 a Houston, il guaio non è nello spazio ma a Washington, e ha le sembianze di Donald Trump, 47º presidente degli Stati Uniti d’America.

 

Il giorno di Ferragosto il tycoon ha accolto ad Anchorage, in Alaska, con tanto di tappeto rosso sotto la scaletta dell’aereo, Vladimir Putin. Ufficialmente per tentare una tregua nell’invasione dell’Ucraina, ma in gran parte per riaprire un dialogo d’affari tra i due.

Lo zar, da raffinato politico e con la scuola del KGB alle spalle, nei giorni precedenti si era recato alla corte di Xi Jinping in occasione dell’ottantesimo anniversario della vittoria cinese nella Seconda guerra mondiale, celebrata con una grande parata. Il leader cinese, con un gesto ad alto valore simbolico, indossava un abito alla Mao Zedong e ha accolto come ospiti d’onore il presidente russo e il convitato di pietra Kim Jong-un, altro despota della Corea del Nord, oltre a rappresentanti di Iran, Vietnam, Indonesia, Cuba e l’unico ospite dell’UE, Robert Fico della Slovacchia.

 

Trump, paradossalmente, è riuscito nell’impresa di far riabbracciare Cina e Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Sarebbe da ingenui pensare a una semplice corrispondenza di “amorosi sensi” tra i due giganti asiatici: la relazione è strategica e si muove su commercio, energia e ricerca spaziale. Una visione alternativa alla governance globale attuale, in aperta opposizione al cosiddetto ordine occidentale.

 

Prima della manifestazione Xi Jinping aveva dichiarato: «Oggi l’umanità deve nuovamente scegliere tra pace e guerra, dialogo e scontro. Solo trattandosi reciprocamente come pari, vivendo in armonia e sostenendosi a vicenda, tutti i Paesi e le nazioni possono mantenere la sicurezza comune, eliminare le cause profonde della guerra e impedire il ripetersi di tragedie storiche. La Cina è una grande nazione che non si lascia mai intimidire da nessuno. Il grande rinnovamento della nazione cinese è inarrestabile».

 

A conferma della “grana” chiamata Donald Trump, è arrivata la sua reazione agli avvenimenti: «Vi prego di porgere i miei più cordiali saluti a Vladimir Putin e Kim Jong-un mentre cospirate contro gli Stati Uniti».

 

Anche se fosse vero, la diplomazia imporrebbe prudenza, almeno nella comunicazione pubblica. Altrimenti il rischio è quello di un disastro non meno clamoroso di quello dello Space Shuttle Columbia.

 

Vittorio Alfieri