17,00 - Si è svolta oggi al Tribunale di Trapani la prima udienza dell’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta sui clamorosi ritardi nei referti istologici dell’Azienda Sanitaria Provinciale, un caso che ha scosso profondamente la comunità trapanese.
Nonostante fossero previste, non si sono tenute le testimonianze di due pazienti, tra cui la docente mazarese Maria Cristina Gallo, prima a denunciare pubblicamente i ritardi che avrebbero compromesso diagnosi e cure. Le parti, vista la gravità delle condizioni di salute dei pazienti, hanno preferito rinviare le audizioni. Sono state comunque acquisite le sommarie informazioni testimoniali già raccolte dai Carabinieri del NAS insieme agli altri documenti utili, con il consenso delle difese.
L’inchiesta conta 19 indagati – tra medici, tecnici e infermieri – e 17 capi di imputazione che vanno dall’omicidio colposo alle lesioni colpose fino all’omissione di atti d’ufficio. Le parti offese individuate dal gip sono otto pazienti, l’Asp di Trapani e l’Assessorato regionale alla Salute.
La prossima udienza è fissata per il 26 settembre: in quell’occasione il gip Massimo Corleo nominerà i periti medico-legali incaricati di stabilire se i ritardi abbiano aggravato le condizioni cliniche dei pazienti o contribuito al decesso di alcuni di loro, oltre che chiarire le responsabilità dei singoli indagati.
Dalle relazioni degli ispettori ministeriali e regionali emerse nei mesi scorsi era già stato evidenziato un quadro di gravi disfunzioni organizzative nel servizio di Anatomia Patologica dell’Asp trapanese.
«A fronte dell’angoscia che ancora oggi devono subire i pazienti e le loro famiglie per i ritardi nella consegna dei referti – ha commentato il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè – c’è solo da sperare in accertamenti rapidi che riconsegnino fiducia nella giustizia».
La vicenda resta drammatica: sia Maria Cristina Gallo sia l’altra paziente, Anna Maria Scurto, versano in condizioni di salute gravissime.
07,00 - Si apre oggi, lunedì 8 settembre 2025, un nuovo capitolo nella drammatica inchiesta sui ritardi nei referti istologici all’Asp di Trapani, un caso che ha sconvolto l’opinione pubblica e messo a nudo falle gravissime nella sanità siciliana.
Davanti al giudice per le indagini preliminari Massimo Corleo si svolgerà l’incidente probatorio: tra i primi ad essere ascoltati, Maria Cristina Gallo, la docente di Mazara del Vallo che ha fatto esplodere il caso dopo aver atteso per otto mesi l’esito di un esame istologico, scoprendo troppo tardi di essere affetta da un tumore al quarto stadio.
Gallo è considerata la “paziente zero” di uno scandalo che riguarda oltre 3.300 referti mai consegnati tra il 2024 e il 2025, provenienti principalmente dai reparti di Anatomia Patologica degli ospedali di Trapani e Castelvetrano. Referti cruciali per diagnosticare malattie anche gravissime, ma rimasti per mesi (e in alcuni casi per sempre) nei cassetti degli ospedali.
L’inchiesta della Procura di Trapani, condotta dai pm Sara Morri e Antonella Trainito, ha finora portato all’iscrizione nel registro degli indagati di 19 persone – tra medici, tecnici di laboratorio e infermieri – con ipotesi di reato che vanno da omicidio colposo a omissione di atti d’ufficio. Oltre alle persone offese, risultano come parti lese anche l’Asp di Trapani e l’Assessorato regionale alla Salute.
L’obiettivo dell’incidente probatorio
L’incidente probatorio serve a cristallizzare le testimonianze e a raccogliere prove che potrebbero andare perse col tempo. In particolare, si vuole accertare se e in che misura i ritardi nei referti abbiano peggiorato le condizioni cliniche dei pazienti coinvolti o ne abbiano accelerato la morte. Nella stessa udienza sarà ascoltato anche Vito Scurto, un altro paziente coinvolto.
La difesa e le richieste delle parti
Nel corso dell’udienza di oggi, alcune difese hanno presenteranno memorie e chiederanno integrazioni ai quesiti per i periti. In particolare, gli avvocati di Alongi, Schifano, Ievolella e Di Bernardo – tutti tecnici di laboratorio – chiedono una valutazione più precisa delle mansioni effettivamente svolte.
L’infermiera Marilena Errante Parrino chiederà l’archiviazione della propria posizione, sostenendo di non essere coinvolta nei casi contestati. Tra gli indagati ci sono Domenico Messina, ex primario di anatomia patologica dell'ospedale di Trapani, da poco in pensione. Oltre a Messina c'è indagata Laura Miceli, la dottoressa che ha preso il suo posto da Novembre scorso, ed i dirigenti medici dell'Azienda Sanitaria Provinciale, Maria Paola Ternullo e Giovanni Spanò. Ancora: Roberto David, in servizio a Castelvetrano fino sl 2024, Noemi La Francesca ed altri due medici in servizio all'ospedale di Trapani.
Un disastro annunciato
Dalle carte dell’inchiesta e dalla relazione degli ispettori ministeriali emerge un quadro di disorganizzazione sistemica. Il sistema informatico per tracciare i referti non è mai stato attivato; non esisteva un protocollo per gestire l’arretrato; la direzione del reparto, secondo la Procura, ha omesso di adottare misure correttive, ignorando anche indicazioni precise della Direzione strategica dell’Asp.
Lo scandalo ha già portato alle dimissioni del direttore generale Ferdinando Croce e fatto emergere un malessere più ampio, che va oltre la carenza di personale: una cultura dell’irresponsabilità, dove l’assenza di controlli e procedure ha prodotto ritardi che possono aver avuto conseguenze fatali.
Cosa succede ora
Dopo l’udienza di oggi, l’inchiesta proseguirà con nuove audizioni e accertamenti. Ma resta intatta l’amarezza delle famiglie che da mesi attendono risposte. In troppi, per troppo tempo, sono rimasti sospesi nell’angoscia di una diagnosi mai comunicata. Ora, finalmente, si inizia a fare luce.
Nel frattempo, sotto la guida della nuova commissaria straordinaria dell’Asp, il reparto di Anatomia Patologica è tornato operativo e non si registrano più arretrati. Ma la strada per ricostruire la fiducia dei cittadini nella sanità pubblica è ancora lunga.