Si è svolta oggi al Tribunale di Trapani la prima udienza dell’incidente probatorio nell’ambito dell’inchiesta sui clamorosi ritardi nei referti istologici dell’Azienda Sanitaria Provinciale, un caso che ha scosso profondamente la comunità trapanese.
Nonostante fossero previste, non si sono tenute le testimonianze di due pazienti, tra cui la docente mazarese Maria Cristina Gallo, prima a denunciare pubblicamente i ritardi che avrebbero compromesso diagnosi e cure. Le parti, vista la gravità delle condizioni di salute dei pazienti, hanno preferito rinviare le audizioni. Sono state comunque acquisite le sommarie informazioni testimoniali già raccolte dai Carabinieri del NAS insieme agli altri documenti utili, con il consenso delle difese.
L’inchiesta conta 19 indagati – tra medici, tecnici e infermieri – e 17 capi di imputazione che vanno dall’omicidio colposo alle lesioni colpose fino all’omissione di atti d’ufficio. Le parti offese individuate dal gip sono otto pazienti, l’Asp di Trapani e l’Assessorato regionale alla Salute.
La prossima udienza è fissata per il 26 settembre: in quell’occasione il gip Massimo Corleo nominerà i periti medico-legali incaricati di stabilire se i ritardi abbiano aggravato le condizioni cliniche dei pazienti o contribuito al decesso di alcuni di loro, oltre che chiarire le responsabilità dei singoli indagati.
Dalle relazioni degli ispettori ministeriali e regionali emerse nei mesi scorsi era già stato evidenziato un quadro di gravi disfunzioni organizzative nel servizio di Anatomia Patologica dell’Asp trapanese.
«A fronte dell’angoscia che ancora oggi devono subire i pazienti e le loro famiglie per i ritardi nella consegna dei referti – ha commentato il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè – c’è solo da sperare in accertamenti rapidi che riconsegnino fiducia nella giustizia».
La vicenda resta drammatica: sia Maria Cristina Gallo sia l’altra paziente, Anna Maria Scurto, versano in condizioni di salute gravissime.