Trapani, Barbara riapre il caso brogli 2023. Pellegrino: «Il vero escluso ero io»
La polemica sui presunti brogli delle comunali 2023 a Trapani si riaccende adesso con un obiettivo preciso: delegittimare il governo di Giacomo Tranchida e accelerarne le dimissioni. A rimettere la miccia è l’ex assessore Emanuele Barbara, che in diretta social, sollecitato da una telefonata di Valerio Antonini, ha rievocato la notte dello spoglio del 29-30 maggio 2023. Teatro della vicenda, la scuola San Francesco di Paola, sede dell’Ufficio elettorale centrale.
«Vidi fogli passare di mano in mano, numeri scritti e riscritti a penna – ha detto – e liste che improvvisamente passavano da sotto a sopra lo sbarramento del 5%». Secondo Barbara, la sua lista Tranchida Sindaco per Trapani perse un seggio a vantaggio dei Democratici e di Trapani al Centro. «Noi come lista – racconta – presentammo tre memorie subito dopo il voto per contestare la divisione dei seggi. Eravamo convinti che almeno una o due liste non avessero raggiunto il quorum. Invece, al ventunesimo giorno, la nostra lista passò da tre a due consiglieri e altri gruppi entrarono in Consiglio».
Il fatto contestato è quello che accadde al seggio 30, dove risultarono 499 votanti ma ben 524 voti validi conteggiati: una contraddizione che avrebbe dovuto abbassare il totale dei voti validi e quindi facilitare i Democratici. Ma nelle ore successive spuntò un “report alternativo”: i voti validi totali salirono da 25.134 a 25.252, il quorum del 5% si alzò a 1.263 e i Democratici finirono al 4,99%, cioè fuori dal Consiglio. In quello schema, invece, la lista di Barbara avrebbe guadagnato un seggio in più.
A fargli eco è l’ex deputato Nino Oddo, altro avversario storico di Tranchida, che in diretta con Antonini conferma: «Quella notte due liste non superavano lo sbarramento per un punto. E si vedevano tre persone aggirarsi sui conteggi». Alla provocazione se una di queste fosse l’assessore Abbruscato, fedelissimo del sindaco, Oddo non smentisce.
Il clima di incertezza lo restituisce bene un post del 1° giugno 2023 della consigliera Marzia Patti (I Democratici): «Aspettavo il dato ufficiale… purtroppo la lista non ha superato il quorum». Un messaggio che oggi appare ambiguo. Per Barbara sarebbe la prova che i Democratici inizialmente erano fuori e poi rientrarono “miracolosamente”. Per Pellegrino, invece, dimostra solo che dentro la coalizione circolava il “report alternativo”, e che persino Patti si era fidata di numeri che a suo dire erano stati diffusi proprio da Barbara.
Da lì partì la pioggia di ricorsi. Maurizio Miceli, candidato sindaco del centrodestra, denunciò presunte irregolarità in 29 sezioni. Silvio Mangano (Amo Trapani) impugnò l’elezione dei Democratici, ma il suo ricorso fu dichiarato inammissibile. Barbara, con l’avvocato Pietrafitta, presentò un ricorso che, se accolto, avrebbe escluso i Democratici dal Consiglio e ridotto la maggioranza di Tranchida da 16 a 15 consiglieri. Ma il riconteggio richiesto da Pellegrino confermò che i Democratici erano sopra la soglia, e il Tar rigettò anche il ricorso di Miceli, certificando la regolarità del voto.
Il Partito Democratico di Trapani, per voce dei due consiglieri Patti e Pellegrino, respinge oggi con forza le accuse di brogli elettorali: «Sono illazioni prive di fondamento. I risultati furono certificati dalla Commissione elettorale centrale, presieduta da un magistrato, e confermati dalla magistratura amministrativa».
Ed è lo stesso Pellegrino a ribaltare la prospettiva: «Se brogli ci sono stati, io sono stato la vera vittima. Un report informale, girato da Barbara, mi dava già fuori con i Democratici al 4,99% e al contrario assegnava un seggio in più alla sua lista. È stato presentato perfino un ricorso contro di me: se fosse stato accolto, la mia lista sarebbe stata cancellata e la maggioranza ridotta da 16 a 15 consiglieri».
Una vera e propria “guerra fratricida” dentro la coalizione tranchidiana, che ancora oggi lascia strascichi. «Solo Barbara girava quei report – accusaPellegrino –. E io sono stato bersagliato».
La vicenda si chiude con la voce del sindaco: «La regolarità dell’esito del voto è stata certificata. Se qualcuno ha ancora dubbi, li porti alle autorità giudiziarie. Il resto è vento», dichiara Tranchida.
Due anni e mezzo dopo, quel vento soffia ancora. Ma le carte dicono che i Democratici entrarono legittimamente in Consiglio e che, se qualcuno rischiò davvero l’esclusione, fu proprio Giuseppe Pellegrino.
La Pasticceria Savoia di Marsala vive un Natale speciale: per la prima volta i panettoni portano la firma di Salvatore Miceli, il giovane pasticcere che sta ridisegnando l’identità dolciaria dello storico laboratorio...
Gabriele Di Pietra, consigliere comunale a Marsala, ha una posizione netta: l’opposizione al sindaco Grillo non è mai stata ideologica, ma oggi è definitiva. In diretta a Il Volatore, Di Pietra fa il punto sulla sua...
Il 2025 si conferma un anno cruciale per Cantina Birgi, segnato da nuove collaborazioni strategiche e da riconoscimenti che ne rafforzano il ruolo nel panorama vitivinicolo siciliano. Tra i progetti più rilevanti spicca la...
Il sindaco di Marsala, Massimo Grillo, ha presentato in Consiglio comunale la sua relazione annuale, che coincide anche con quella di fine del mandato. Sono circa 143 pagine in cui il primo cittadino parte da una premessa politica, passando per...
Il Natale si avvicina e con lui la consueta domanda: cucinare o farsi aiutare? Voga, caffetteria e pasticceria di piazza Piemonte e Lombardo a Marsala, ha preparato quattro menù che coprono le principali date del...