A Marsala, e non solo, la fede in Cuffaro non tramonta. In vista delle amministrative del prossimo anno, molti esponenti della politica locale ribadiscono la propria posizione e il proprio pensiero. A tal proposito non poteva passare inosservato un post social dell’assessore Di Girolamo — titolare di una delega ai Prodotti a Denominazione Comunale, definizione indubbiamente frutto di notevole fantasia — che afferma: «Totò rimane Totò. Unico, irripetibile, con un carisma politico che non si insegna: coinvolgente, determinato e di grande spessore. Ha saputo incarnare valori, visione e presenza come pochi. Viva la Democrazia Cristiana, quella vera. Quella che parla al cuore della gente, che costruisce ponti e non muri. Quella che oggi più che mai serve all’Italia».
A seguire, il commento del decano di Sala delle Lapidi, Ferrantelli: «La Democrazia Cristiana bisogna averla dentro, nella mente, nel cuore e con amore. Con amore perché questo è il sentimento che anima i cristiani e sul quale costruire ogni azione e ogni passo della nostra vita. Diffido da coloro che per la prima volta si dichiarano democratici cristiani soltanto per comodità o tornaconto. Costoro, personalmente, non hanno nulla da insegnarmi. Totò è l’esempio e l’emblema del vero autentico democristiano. Gli sono vicino da sempre e per sempre. Viva la DC».
Queste dichiarazioni d’amore e di idolatria verso un partito e il suo segretario, che non è certo l’ultimo arrivato, inducono a una riflessione. Il dirigente osannato è, appunto, Cuffaro che, dopo aver ricoperto molteplici cariche — tra le quali quella di Presidente della Regione Siciliana — è stato condannato a sette anni di reclusione e alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, per favoreggiamento personale verso soggetti appartenenti alla mafia siciliana e rivelazione di segreto investigativo.
La pena è stata scontata per 4 anni e 11 mesi nel carcere romano di Rebibbia, e non per intero, grazie agli sconti per buona condotta e all’indulto di un anno per i reati “non ostativi” legati alla rivelazione dell’ex segreto istruttorio. Nel 2023 il Tribunale di Sorveglianza di Palermo lo ha riabilitato, dichiarando estinta la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, consentendogli così di ricandidarsi.
All’epoca della condanna, essendo stata esclusa l’aggravante mafiosa, festeggiò offrendo cannoli. Sull’omaggio dolciario esiste ovviamente anche la sua versione: concedendo il beneficio del dubbio, il gesto fu comunque inopportuno. Nel 2020 fonda la Nuova DC Sicilia, riscontrando un notevole appeal. Infatti, alle amministrative di Palermo del 2022, a sostegno di Roberto Lagalla, i suoi eletti in consiglio comunale furono tre; alle regionali, la lista unita a quella dell’Udc portò a Sala d’Ercole cinque deputati. Anche Marsala è stata raggiunta dal vento di Totò “vasa vasa”: prima Di Girolamo, poi Alagna e infine Ferrantelli aderiscono alla nuova organizzazione.
L’ex presidente del consiglio comunale Ferrantelli e il giovane Di Girolamo costituiscono il gruppo consiliare; Alagna resta in Noi Marsalesi — il tempo ne ha poi chiarito la ragione. Nel giugno di quest’anno, i fervidi Di Girolamo (direttamente) e Ferrantelli (tramite un suo indicato) entrano nella giunta Grillo, mentre Alagna resta all’opposizione. Di Girolamo e Ferrantelli, nell’immediatezza dell’ingresso nell’esecutivo, sono stati sospesi.
Probabilmente, per la loro “riabilitazione”, si sono affidati all’adorazione di Totò.
Vittorio Alfieri