A guardare i numeri assoluti (tipo: il prezzo delle case), vivere in Sicilia sembra sempre la scelta più conveniente. Del resto è vero che la Sicilia propone un prezzo per metro quadro che è tra i più bassi d’Italia (in media 1.168 euro/m² per l’acquisto e 8,09 euro/m² per gli affitti, secondo Immobiliare.it), superato soltanto da Molise e Calabria. Ma i numeri assoluti non servono a nulla, se lo scopo è capire come stanno davvero le cose. Cioè se lo scopo è analizzare la realtà, che si misura invece mettendo in relazione tra di loro variabili diverse. Come per esempio il reddito delle famiglie, che è l’unico dettaglio che fa la differenza quando si cerca una casa. Ecco allora che l’indice di accessibilità, ovvero il rapporto tra i prezzi delle case, i redditi dei residenti e la rata di mutuo (o il canone di affitto), può dire molto di più su quanto costa abitare in Sicilia. E i dati che sono emersi dall’ultimo comunicato di ANCE Sicilia raccontano una storia preoccupante.
Come funziona l'indice di accessibilità
L’indice di accessibilità elaborato da ANCE calcola il peso della rata di un mutuo sul reddito di una famiglia. E lo fa, partendo dal prezzo complessivo dell’immobile. La soglia considerata sostenibile è intorno al 30%: se la rata supera il 30% del reddito, l’acquisto diventa difficile da sostenere. È un calcolo simile a quello che fanno le banche, che in genere – secondo una regola generale “ufficiosa” – non concedono mutui ipotecari se si supera il 30% di reddito. Questo spiega perché, nonostante i prezzi più contenuti rispetto alla media nazionale, comprare casa in Sicilia resta spesso un’impresa.
A Palermo e Trapani prendere casa è (quasi) impossibile
Anche a Palermo e Trapani i prezzi delle case sono “bassi”. Mentre la media nazionale del costo per metro quadro è di 1.932 euro, a Palermo questa scende fino a 1.500 euro/m². A Trapani, addirittura, si ferma 928 euro/m². Una differenza che diventa abissale se pensiamo a Roma, Milano o Napoli: lì un metro quadro può costare anche cinque volte di più.
Eppure, secondo l’elaborazione di ANCE Sicilia, per le famiglie con redditi inferiori a 10.500 euro annui (e che appartengono, quindi, al primo quintile di reddito) prendere casa a Palermo è impossibile, e anche a Trapani farebbero molta fatica. Parliamo di una fetta enorme di persone: in Sicilia il primo quintile di reddito corrisponde al 37,1% di popolazione; è la fascia più ampia. Circa due milioni di persone che non possono permettersi una casa in città, e – in molti casi – nemmeno in provincia. L’indice di accessibilità supera il 45% per Palermo, mentre si ferma al 28% a Trapani (una soglia in effetti più sostenibile ma comunque preoccupante). Ancora più critica è la questione affitti: sia a Palermo che a Trapani, il canone mensile supera il 40% del reddito familiare, il che lascia poco margine per tutte le altre spese essenziali.
La situazione migliora leggermente per le famiglie che appartengono al secondo quintile di reddito, cioè quelle che guadagnano tra i 10.500 e i 17mila euro l’anno. È la seconda fascia più ampia in Sicilia: 24,4% della popolazione, circa 1,1 milione di abitanti. Per chi rientra in questa fetta comprare casa è più accessibile: a Palermo, per esempio, l’indice di accessibilità scende al 28%; a Trapani si ferma intorno al 20%.
Ma è un problema diffuso in tutti i capoluoghi di provincia
Negli altri capoluoghi di provincia siciliani il quadro resta critico. Catania e Messina, come Palermo, mostrano un indice di accessibilità del 45% per le famiglie meno abbienti. A Enna, Ragusa, Siracusa e Agrigento l’indice oscilla tra il 32% e il 40%. Solo Caltanissetta mostra valori più bassi, con un indice del 22,7%.
Per chi vuole affittare, invece, lo scenario è drammatico ovunque. Sotto i 10.500 euro di reddito, ovunque il canone supera il 30% del reddito familiare. E in città come Catania, Siracusa e Messina si arriva a oltre il 40%.
E le prospettive non sono incoraggianti
I dati elaborati da ANCE Sicilia sono allarmanti per due ragioni. Da un lato – negli ultimi cinque anni – la fascia di famiglie con redditi più bassi in Sicilia si è allargata (+1,5% dal 2020 a oggi), una crescita che sembra destinata a proseguire. Dall’altro, anche i prezzi delle case e degli affitti hanno continuato a crescere. A Palermo, dal 2020 a oggi, il costo medio degli immobili residenziali è salito del 12%, mentre i canoni di locazione hanno registrato un aumento del 30%. Mentre a Trapani, la crescita è stata simile seppur più contenuta. Qui il prezzo per acquistare gli immobili è aumentato del 6,18%, mentre quello degli affitti ha registrato un +25,65%.
La Sicilia resta un paradiso immobiliare... per gli stranieri
Immaginare un’inversione di rotta è difficile. Anche perché il mercato immobiliare della Sicilia si sta espandendo, complice il crescente interesse di acquirenti internazionali. Secondo un report recente di Gate Away Italy, agenzia specializzata nella vendita di immobili a clienti stranieri, la Sicilia è oggi tra le regioni più richieste dagli acquirenti esteri, e ha registrato nell’ultimo anno un aumento del 18% nelle domande di acquisto. Un interesse che è trainato soprattutto dagli statunitensi, da cui arriva circa il 30% delle richieste totali. Il paradosso è tutto qui: la casa in Sicilia è un sogno a portata di mano per chi arriva da fuori, e un traguardo sempre più lontano per chi resta.
Daria Costanzo