Gentile direttore di Tp24,
Con riferimento all’articolo “L’affare gasolio: 192 multati a Marsala. Nomi e condanne”. pubblicato sul giornale on-line di TP24 nell’edizione di sabato 27 settembre, nella nostra qualità di difensori dei titolari della “Raimondi Nicolò & figli” e di numerosi tra i soggetti ivi indicati quali destinatari di un decreto penale di condanna, abbiamo il dovere di puntualizzare quanto segue:
Il decreto penale di condanna emesso nei confronti di 192 persone, non è il risultato di un accertamento concreto e specifico circa la sussistenza dei fatti e la colpevolezza dei destinatari, in quanto mera formalizzazione di una verifica preliminare che, solo con l’acquiescenza di questi ultimi, assumerà valore di giudicato.Scrivere, dunque, come nell’articolo in questione, “Ecco l’elenco dei condannati” è giuridicamente scorretto e viola gravemente i principi e le regole posti a presidio della presunzione di innocenza.La gran parte dei 192 soggetti indicati nell’articolo in questione, molti dei quali da noi assistiti, hanno già avviato la procedura di opposizione al decreto penale; da ciò seguirà un processo che, nel contraddittorio giudiziale, dimostrerà da un lato le lacune delle indagini e dall’altro l’insussistenza dei fatti e persino l’infondatezza giuridica della stessa ipotesi dell’accusa.Analogamente il giudizio in corso di udienza preliminare nei confronti degli esponenti della ditta “Raimondi Nicolò & Figli”, ha già messo in evidenza e ancor più certificherà alla sua conclusione la totale infondatezza di ogni accusa.
Confidiamo che, avuto riguardo al clamore suscitato dalla diffusione dell’articolo in oggetto e all’allarme e preoccupazione suscitato nelle 192 persone compiutamente in esso identificate, con pesanti ripercussioni sulla loro reputazione, che TP24 vorrà dare adeguato risalto a questa nostra nota.
P.S.: Ci permetta, infine, un piccolo suggerimento, seppure non richiesto. Quando si pubblicano notizie su vicende giudiziarie, specie quando non vi è alcuna urgenza che impedisca di ritardare di qualche minuto la pubblicazione, potrebbe essere utile sentire anche l’altra parte; si disporrà così di una informazione più completa e bilanciata che potrà consentire ad ogni lettore di farsi una propria e meditata opinione.
Con stima
Avv.ti Paolo Paladino - Stefano Pellegrino - Luigi Pipitone
Sulla natura del "decreto penale di condanna": Siamo ben consapevoli della distinzione giuridica tra un decreto penale di condanna e una sentenza irrevocabile emessa all'esito di un dibattimento processuale. L'utilizzo del termine "condannati" nel titolo e nel corpo dell'articolo si riferisce alla qualificazione giuridica attribuita agli indagati nel momento in cui viene emesso tale decreto, il quale, per sua natura, prevede una pena e rappresenta una statuizione giudiziale. Non è inteso come un giudizio definitivo sulla colpevolezza in senso stretto, né come una violazione della presunzione di innocenza, principio che onoriamo e rispettiamo profondamente. Il nostro intento è stato quello di riportare fedelmente l'esito della fase investigativa così come emergente dagli atti giudiziari a nostra disposizione, in particolare dal decreto di condanna stesso, che formalizza una "multa" quale conseguenza della condotta contestata. È per questo che, nel testo, abbiamo anche menzionato esplicitamente la possibilità di opposizione e la conseguente riduzione della pena.
Sul diritto di replica e il contraddittorio: Prendiamo atto con favore della notizia che una parte significativa dei destinatari del decreto penale ha già avviato la procedura di opposizione, così come il giudizio in corso di udienza preliminare per gli esponenti della ditta "Raimondi Nicolò & Figli". La nostra redazione seguirà con la massima attenzione gli sviluppi di questi processi, dando ampio e dovuto risalto a tutte le fasi e agli esiti, con l'obiettivo di fornire un'informazione sempre più completa e bilanciata.
Sul suggerimento degli Avvocati: Raccogliamo con rispetto il suggerimento di sentire "anche l'altra parte" in fase di redazione. Nel caso specifico, le informazioni pubblicate provengono da atti giudiziari ufficiali (il decreto penale di condanna) e da fonti qualificate (Procura e Guardia di Finanza), che hanno già condotto un'indagine approfondita. Tuttavia, riconosciamo l'importanza di un'informazione proattivamente bilaterale e faremo tesoro di questo prezioso consiglio per le nostre future inchieste, sempre nell'ottica di garantire la massima completezza e imparzialità.
Il nostro impegno come testata giornalistica è e rimane quello di informare i nostri lettori con tempestività e accuratezza sui fatti di rilevanza pubblica, inclusi quelli riguardanti vicende giudiziarie, sempre nel pieno rispetto delle leggi e dei principi etici della professione.
La Redazione di Tp24