I chioschi dello Stagnone di Marsala possono restare tutto l’anno? Oggi decide il TAR
I chioschi allo Stagnone di Marsala possono restare tutto l’anno o devono essere smontati dopo l’estate? Oggi, giovedì 2 ottobre, è una giornata decisiva per il futuro della Riserva. Il TAR di Palermo si pronuncerà su una norma regionale che consente ai chioschi di restare montati tutto l’anno nella Riserva Naturale dello Stagnone. Una norma che ha sollevato polemiche, un ricorso e una profonda spaccatura tra chi vuole più regole e chi punta sulla continuità delle attività commerciali.
La questione non è solo tecnica, ma politica e ambientale. Perché riguarda l’anima stessa della Riserva: deve essere un luogo da tutelare o una zona franca? Se i chioschi possono restare tutto l’anno si conferma di fatto la trasformazione permanente del paesaggio. E' sostanzialmente un punto di non ritorno.
La legge contestata Al centro del caso c’è l’art. 73 della legge regionale n. 3 del gennaio 2024, che estende la validità delle autorizzazioni per le strutture stagionali (come i chioschi balneari) a tutto l’anno, anche all’interno di parchi e riserve, “nelle more” dell’adozione dei nuovi regolamenti o dei Piani di Utilizzazione (che per lo Stagnone non sono ancora operativi). In pratica, la legge permette di mantenere montati chioschi e strutture ricettive tutto l’anno, purché rientrino nella concessione demaniale e non subiscano modifiche. Basta una comunicazione all’ente concedente per proseguire l’attività senza smontaggio. Questa procedura vale anche per i chioschi.
Legambiente: “Una norma che legittima l’abuso” Legambiente, subito dopo l’approvazione della norma all’Ars, ha espresso una netta contrarietà e ha presentato ricorso. Secondo l’associazione, si tratta di una “legittimazione di fatto degli abusi”, in violazione del regolamento della Riserva, del piano paesaggistico della provincia e del parere della Soprintendenza. Le strutture dovrebbero essere smontate entro il 31 ottobre – così prevedevano le autorizzazioni precedenti – ma da anni molti chioschi restano in piedi anche d’inverno. Questo perchè, sostengono i titolari dei chioschi, smontare le strutture e rimontarle è molto costoso. Molto più costoso di una multa. Multe che di tanto in tanto vengono elevate in seguito ai controlli “fuori stagione”. «La Riserva dello Stagnone – afferma Legambiente – è trasformata da oasi di biodiversità in un’area per il divertimento permanente, senza alcun rispetto per i vincoli paesaggistici e naturalistici. Un sito della rete Natura 2000 non può essere trattato come una spiaggia qualsiasi».
Il fronte pro-chioschi Tra i principali sostenitori della norma c’è il consigliere comunale Lele Pugliese, che ha rivendicato il lavoro fatto insieme all'allora deputato regionale Nicola Catania per approvare la legge. La legge per Pugliese "rappresenta un’ulteriore possibilità per chi svolge attività commerciale in questa zona, affrontando un problema che riteniamo assurdo: dover ogni anno montare e smontare le strutture, con grandi disagi e costi. Siamo fiduciosi che questa decisione possa portare una svolta e contribuire a valorizzare il lavoro di tanti nostri commercianti". Secondo i favorevoli, la permanenza dei chioschi non solo agevola il lavoro degli operatori, ma permette anche di offrire servizi alla cittadinanza e al turismo tutto l’anno, in un’ottica di destagionalizzazione.
Una riserva o un luna park? Il caso dei chioschi è solo l’ultima puntata di un processo più ampio: quello della graduale “chioschizzazione” dello Stagnone. Oggi la laguna è attraversata da decine di strutture, viali in tufo, pedane permanenti. In estate la movida si trasferisce qui con musica a tutto volume, feste, eventi danzanti e c’è chi addirittura fa fuochi d’artificio. Tutto questo in un’area che è Riserva Naturale Orientata, SIC (Sito di Interesse Comunitario) e ZPS (Zona di Protezione Speciale). Il paesaggio si è trasformato. Dove una volta c’erano solo saline, vegetazione e silenzio, oggi ci sono locali affollati, aperitivi e musica a palla.
Il TAR oggi dirà se si può continuare così Il pronunciamento del TAR potrebbe diventare un precedente fondamentale: se la norma regionale sarà ritenuta legittima, di fatto sarà permesso mantenere i chioschi tutto l’anno, aprendo la strada a una permanenza generalizzata anche in altre riserve e aree protette. Se invece il TAR accoglierà il ricorso, scatterà l’obbligo di smontare entro il 31 ottobre e si riaprirà la discussione su come coniugare sviluppo e tutela.
Nel frattempo, lo Stagnone cambia volto Nel frattempo, il Comune di Marsala ha avviato nei mesi scorsi il percorso per il “Piano della Riserva”, presentato durante un incontro pubblico al Santuario di Birgi la scorsa estate. In teoria un’occasione per pianificare il futuro della Riserva. In pratica, per molti si è trattato di una sanatoria mascherata, pensata più per regolarizzare le attività esistenti che per tutelare l’ambiente. Un’operazione in pieno stile pre-elettorale, in vista delle comunali del 2026.
Quale destino per la laguna di Marsala? Lo Stagnone di Marsala è uno degli ecosistemi più preziosi del Mediterraneo. Ma negli anni è stato costantemente sotto attacco. Tra kite surf incontrollato, chioschi permanenti, musica, campeggi e scarso controllo, il rischio è che la riserva perda del tutto la sua identità. C’è chi accusa ambientalisti di voler "il deserto". Ma una Riserva Naturale non può diventare una discoteca all’aperto. Deve essere gestita con attenzione, visione, equilibrio.
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