La strumentalizzazione politica di fatti, comportamenti e dichiarazioni è diventata ormai endemica, con una cadenza inquietantemente regolare.
La vicenda di cui si parlerà riguarda la tragica morte dei tre carabinieri durante lo sgombero di un casolare a Castel d’Azzano, in provincia di Verona. L’edificio, abitato e di proprietà di tre fratelli – una donna e due uomini – era stato sottoposto a pignoramento a causa di un debito bancario.
L’eurodeputata Ilaria Salis, che ha fatto del diritto alla casa la sua cifra politica, in un post con cui annunciava il convegno “Popular Assembly for Housing Justice: Homes for People, Not for Profit”, organizzato dal gruppo The Left, ha scritto: “In questi giorni, la crisi abitativa e la povertà crescente in Italia sono tornate drammaticamente al centro della scena, da Sesto San Giovanni a Castel d’Azzano.mAlla radice di quei gesti disperati e terribili c’è una questione sistemica: la negazione di un diritto fondamentale, che genera sofferenza e disagio in fasce sempre più ampie della popolazione.
E se la politica continuerà a non affrontare le cause profonde di questa crisi, dovrà considerarsi corresponsabile — insieme a quel capitalismo che ha trasformato la casa da bene essenziale a bene speculativo — di ciò che di orribile accade. E dovrà assumersene la responsabilità politica.
Perché avere la sicurezza di un tetto sopra la testa non può essere un privilegio di classe: è condizione essenziale per una vita dignitosa e felice.”
La Salis, tuttavia, ha commesso un errore nel collegare la tragedia di Castel d’Azzano al tema del diritto alla casa. La drammatica difesa del casolare da parte della famiglia Ramponi è stata, infatti, il culmine di un disagio profondo e complesso, le cui radici andavano ben oltre la questione abitativa.
È stata Maria Luisa Ramponi ad azionare l’ordigno che ha provocato il crollo dell’edificio, causando la morte per schiacciamento dei tre militari e riducendo lei stessa in fin di vita.
Lo sfruttamento politico della tragedia non si è fatto attendere. Dai giornali dell’area di centrodestra fino ai vertici politici, il tono è stato pressoché unanime. Riporto, ad esempio, le parole del senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia): “Ilaria Salis difende chi ha fatto una strage di Carabinieri. Chi ha difeso e candidato una così è esattamente come lei. La sinistra sceglie l’orrore contro la vita, contro la legalità, contro i Carabinieri sterminati. La Salis e chi la difende sono la vergogna dell’Italia.”
Ebbene, si ripete: la Salis ha certamente sbagliato a non approfondire la vicenda prima di citarla. Ma chiunque – anche una persona con un quoziente intellettivo inferiore a 70 – può comprendere che non stava difendendo i Ramponi, bensì denunciando un problema più ampio. Un abbraccio sincero alle famiglie dei militari caduti e piena solidarietà all’Arma dei Carabinieri.
Vittorio Alfieri