Un "Futuro" vecchio. Congresso senza regole, poca gente, tanta stanchezza
Poca gente, molte poltrone vuote e un’aria di stanchezza generale. Così si è presentato ieri il Teatro Ariston di Trapaniper la prima convention del movimento “Futuro”, il partito dell’imprenditore romano Valerio Antonini, presidente di Trapani Calcio, Trapani Shark e, da qualche tempo, anche aspirante leader politico locale.
La sala, grande ma non gremita, racconta più di tante parole. Se la piazza di settembre era stata rumorosa e sopra le righe, con la suocera-segretaria Antonella Granello a difendere il genero che “veste Louis Vuitton”, stavolta l’effetto è stato decisamente più spento.
Sei mesi per cambiare (forse) qualcosa
Antonini, non brillantissimo, ha concesso al pubblico qualche passaggio polemico contro l’amministrazione Tranchida, ma con meno foga del solito. Per la prima volta ha messo un orizzonte temporale al suo impegno politico: sei mesi. E ha annunciato che le sue dirette fiume sui social — dove tra un insulto e l'altro dice di voler “liberare Trapani” — non saranno più quotidiane ma bisettimanali. Un passo indietro nella quantità, se non nella qualità del tono.
Un congresso… senza congresso
Più che un congresso, un atto notarile. Nessuna discussione, nessuna mozione, nessuna elezione di delegati o dirigenti, come accade in qualsiasi partito degno di questo nome. Il direttivo è stato nominato direttamente dal leader, in perfetto stile “padronale”: Valerio Antonini, Antonella Granello, Tore Fileccia, Geremia Guercia (ex generale della Finanza), Anna Maria Giacomarro, Vito Mazzola, Nicola Di Sant’Andrea, Rosalia Bonfiglio, Simona Mannina, Alfonso Passalacqua e Stefano Elia. Coordinatore dei giovani, Antonio Bonfiglio.
Non è stato comunicato quanti siano gli iscritti al partito. E anche questo è un dettaglio rivelatore: per ora Futuro resta una creatura personale, più talk show che movimento politico.
Tra i presenti, molti volti noti… del passato
Tra gli interventi, quelli di Nino Oddo (Psi), Giuseppe Guaiana, Tore Fileccia e del generale Guercia. Tutti uniti dal leitmotiv del giorno: “Tranchida se ne deve andare”. Ma di proposte, come sempre, poche o nulle. L’unica novità politica è stata l’adesione al partito di Simona Mannina, consigliera comunale di Erice e storica avversaria della sindaca Daniela Toscano.
Per il resto, il pubblico era formato da molti pensionati e qualche curioso. Ma soprattutto, a leggere la composizione del nuovo direttivo e scrutare i volti in sala, emergono diversi “orfani” politici: ex sostenitori dell’ex deputato Paolo Ruggirello (condannato a 12 anni per mafia) e dell’ex senatore Nino Papania (attualmente sotto processo per voto di scambio e altri reati). Altro che futuro: qui sa tanto di restaurazione.
L’effetto “Ariston”: applausi tiepidi e retorica logora
Dagli interventi della giornata sono arrivate le solite parole d’ordine: “Trapani merita di più”, “la città è abbandonata”, “l’amministrazione è cieca e sorda”. Concetti già sentiti, senza un solo dettaglio concreto su come cambiare davvero le cose. L’impressione è che il copione cominci a logorarsi, e che anche i trapanesi più curiosi stiano perdendo interesse per il “format Antonini”.
Dal basket alla politica, sempre lo stesso schema
In fondo, anche questa convention nasce dal solito copione: lo scontro con il Comune sul Palazzetto dello Sport, trasformato da Antonini in una battaglia politica e personale contro il sindaco Giacomo Tranchida. E se “Futuro” doveva essere la risposta civile alla “vecchia politica”, il debutto all’Ariston lascia invece l’impressione opposta: un movimento costruito a immagine e somiglianza del suo leader, più incline alla propaganda che al progetto.
Insomma, il “futuro” di Antonini somiglia sempre di più al passato che Trapani ha già conosciuto. Solo con meno pubblico, e più dirette social.
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