Una segnalazione arrivata a Tp24 da un lettore ha riacceso il dibattito sulla gestione del personale all’interno dell’Asp di Trapani.
Carlo – così si firma – ha denunciato una modifica nei criteri di valutazione dei Differenziali Economici di Professionalità (DEP), gli strumenti contrattuali che dovrebbero premiare merito, esperienza e formazione degli operatori sanitari.
Secondo quanto riportato, il nuovo regolamento aziendale avrebbe eliminato la quota di punteggio riservata ai titoli culturali e ai percorsi formativi, favorendo invece l’anzianità di servizio e la valutazione diretta dei dirigenti di reparto.
Un cambiamento che – sostiene Carlo – “toglie valore a uno degli elementi fondamentali della sanità moderna: la formazione continua come garanzia di qualità e sicurezza”.
Il caso ha suscitato diverse reazioni, tra cui quella del Nursing Up Trapani, sindacato degli infermieri, che ha voluto intervenire con una nota per chiarire alcuni aspetti e riportare il dibattito su basi normative e concrete.
Il Nursing Up: “Discussione utile, ma restiamo nei limiti della legge”
“Ho letto con attenzione l’articolo pubblicato sulla vostra pagina in data 27 ottobre dal titolo ‘Asp Trapani, meritocrazia a metà’.
Premetto che la questione del merito in Italia, come tutti sappiamo, è una quaestio complessa che riguarda aspetti politici, sindacali e culturali. Tuttavia serve una precisazione nel merito.”
Il sindacato ricorda che la progressione economica all’interno delle aree (DEP) è regolata dall’articolo 19 del CCNL Sanità 2019/2021, che prevede l’attribuzione dei punteggi secondo tre criteri:
fino al 40% in base alla media delle ultime tre valutazioni individuali annuali;
fino al 40% in base all’esperienza professionale maturata;
e la quota residua, fino al 100%, secondo “eventuali ulteriori criteri” definiti in contrattazione integrativa, correlati a capacità culturali e professionali.
“La norma si presta a diverse interpretazioni – spiega il rappresentante del Nursing – poiché rimanda alla contrattazione integrativa aziendale la possibilità di stabilire criteri aggiuntivi. Sia le organizzazioni sindacali che l’Asp di Trapani si sono mossi entro il perimetro della legge, anche se, per opportunità, si sarebbe potuto riservare un 10-20% ai percorsi formativi, come accade in altre Asp siciliane.”
Il dirigente del sindacato, designato nel dicembre 2024, precisa inoltre di non aver partecipato alla delegazione che decise i criteri attuali, ma riconosce che “la questione del merito nella pubblica amministrazione è un problema serio e sistemico”.
“Chi valuta davvero gli infermieri?”
Il Nursing coglie l’occasione per allargare il ragionamento, ponendo un tema cruciale: chi valuta la performance del personale sanitario.
“Spesso si dice che il valutatore è il superiore diretto, cioè il coordinatore. Ma è un errore: il coordinatore non è un superiore gerarchico, bensì un collega con funzioni organizzative. Le valutazioni spettano ai direttori di unità operativa, o all’Ufficio procedimenti disciplinari, e questo crea una catena decisionale spesso poco trasparente.”
Il sindacato cita le modifiche normative introdotte prima dal ministro Brunetta e poi dalla legge Madia, che cercavano di correggere proprio gli abusi o le ambiguità nel sistema delle valutazioni interne.
“Nella pratica – scrive ancora il Nursing – la performance viene spesso valutata dai coordinatori, ma secondo le indicazioni dei direttori. E i criteri teorici – professionalità, partecipazione alla mission aziendale, raggiungimento degli obiettivi – non sempre vengono applicati con coerenza.”
“Il merito non può prescindere dalle condizioni di lavoro”
L’ultimo punto della nota riguarda il contesto concreto in cui operano gli infermieri trapanesi.
“Chi lavora nei reparti sa bene che la cronica carenza di personale, la difficoltà a usufruire di ferie e riposi, e le continue richieste di prestazioni aggiuntive rendono complicata la partecipazione ai percorsi formativi. Spesso chi vuole formarsi deve farlo nel poco tempo libero che resta.”
“Per questo – conclude il sindacato – la questione non può essere risolta con un semplice regolamento aziendale. Serve una riflessione più ampia, che ripensi i criteri di valutazione e riconosca davvero la professionalità di chi ogni giorno tiene in piedi il sistema sanitario.”