La Giunta regionale siciliana ha disposto oggi tre provvedimenti urgenti a seguito delle indagini della Procura di Palermo che coinvolgono esponenti politici e funzionari pubblici. La riunione straordinaria, convocata dal presidente Renato Schifani, si è conclusa con una serie di misure immediate per tutelare il prestigio e la trasparenza dell’amministrazione regionale.
È stata sospesa dall’incarico, a tempo indeterminato e in attesa degli sviluppi dell’inchiesta, Maria Letizia Di Liberti, dirigente generale del Dipartimento regionale della Famiglia, anche lei indagata nell’inchiesta che coinvolge l’ex presidente Totò Cuffaro e altri esponenti politici. La guida del dipartimento è stata affidata ad interim a Ettore Foti, dirigente del Dipartimento Lavoro.
Il presidente Schifani ha inoltre chiesto all’assessore alla Famiglia di revocare l’incarico al segretario particolare Vito Raso, anch’egli indagato nella stessa indagine della magistratura palermitana.
Su indicazione della Giunta, l’assessore all’Agricoltura avvierà invece un procedimento disciplinare con sospensione cautelare nei confronti di Giovanni Tomasino, direttore generale del Consorzio di Bonifica 2 di Palermo, figura che compare nell’elenco degli indagati.
Per quanto riguarda l’Asp di Siracusa, l’assessore alla Salute ha comunicato che è stata accettata l’autosospensione del direttore generale Alessandro Caltagirone, e che al suo posto sarà nominata Chiara Serpieri, già direttore generale in diverse aziende sanitarie del Piemonte e componente del consiglio direttivo della Fiaso (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere). Serpieri svolgerà l’incarico a titolo gratuito per sei mesi.
In una nota diffusa da Palazzo d’Orléans, si sottolinea che le misure “si rendono necessarie per la gravità dei fatti emersi e per la loro possibile incidenza sull’immagine e sul corretto funzionamento dell’amministrazione regionale e degli enti sottoposti a vigilanza e controllo”.
Pur riaffermando il principio di presunzione di innocenza e la tutela dei diritti di difesa, la Giunta — si legge ancora — “ha scelto di intervenire con tempestività per salvaguardare il prestigio, la credibilità e la trasparenza delle istituzioni siciliane”.
“Se è questa la risposta di Schifani al cataclisma in corso, il Presidente poteva benissimo restare a Bruxelles”.
È questo il commento del coordinatore siciliano del M5S e vicepresidente dell'Ars Nuccio Di Paola e del capogruppo regionale 5 Stelle Antonio De Luca, alle decisioni della giunta di sospendere tre dirigenti regionali.
“Il pugno di ferro che era lecito aspettarsi a seguito delle devastanti notizie che arrivano dalla Procura – dicono Di Paola e De Luca – è stato un semplice buffetto o poco più. Altro che giunta rivoltata come un calzino, come sussurrava qualcuno, per dare un segnale di netta presa di distanza da una situazione intollerabile. Schifani si è limitato a un'operazione di facciata che serve a poco o a nulla, se non a stoppare l'immagine di una presidenza inerte e silenziosa di fronte a uno scandalo che sta infliggendo l'ennesimo durissimo colpo all'immagine della Sicilia e alla credibilità della sua classe dirigente”.
“Ancora una volta – continuano i due deputati – Schifani, secondo ormai uno stile consolidato, ha trovato il capro espiatorio su cui scaricare tutte le colpe per cercare di mettersi al riparo dalle legittime critiche dell'opinione pubblica, che martedì speriamo accorra in massa sotto le finestre di Palazzo d'Orléans per fare sentire forte il suo dissenso. Speriamo che nel frattempo, questa notte e quelle che seguiranno gli portino saggi consigli per fargli prendere l'unica decisione da adottare in queste circostanze: presentare le proprie dimissioni”.