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12/11/2025 06:00:00

Decadenza archiviata, scontro in aula a Trapani

Non ci sarà nessuna decadenza pehr gli otto consiglieri comunali di maggioranza assenti alle sedute del 22 e 23 ottobre. Dopo la conferenza dei capigruppo, il Comune archivia il caso: il Presidente del Consiglio Alberto Mazzeo ha preso per buono il parere del Segretario generale Giovanni Panepinto, che considera le assenze “giustificate” in quanto espressione di protesta politica.

Ma la vicenda non si chiude. Il consigliere Tore Fileccia, del movimento Futuro, ha annunciato ricorsi alla Prefettura, all’Assessorato regionale Enti Locali di Palermo e anche al Tar Sicilia, accusando il Segretario di “aver fermato una procedura che non gli compete”.

 

Cosa è successo, passo dopo passo

Il caso.
Dopo tre sedute consiliari andate deserte, un cittadino aveva presentato istanza di decadenza nei confronti di otto consiglieri di maggioranza, richiamando l’articolo 29 dello Statuto comunale che prevede la perdita del mandato dopo tre assenze consecutive non giustificate.

 Il parere del Segretario.
Il Segretario generale Panepinto, dopo aver analizzato i verbali, ha dichiarato l’istanza inammissibile. Secondo il suo parere di nove pagine, le assenze sono politicamente giustificate. Cita sentenze del Consiglio di Stato e del Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Sicilia, nonché una nota del Ministero dell’Interno e un parere dell’Assessorato regionale Autonomie Locali. Tutti, scrive, convergono su un principio: la decadenza è un atto “eccezionale”, applicabile solo in caso di “disinteresse grave verso il mandato”, non per una scelta politica dichiarata pubblicamente.

La conferenza dei capigruppo.
Convocata per valutare le “congrue motivazioni”, la conferenza si è limitata a prendere atto del parere del Segretario, senza alcuna votazione. Per la maggioranza, la decisione chiude formalmente la questione.

Il parere alternativo dell’opposizione (non depositato)

Nelle ore precedenti la seduta, ha cominciato a circolare un documento dell’opposizione – non protocollato né discusso in Consiglio – che contesta nel dettaglio il parere del Segretario.
Secondo quel testo, la protesta politica invocata dalla maggioranza non soddisfa i requisiti richiesti dalla giurisprudenza, che la ritiene valida solo se preventiva, personale e motivata.
Il comunicato stampa inviato la sera prima della seduta (21 ottobre, ore 20:07) non sarebbe dunque “un atto di dissenso politico”, ma una giustificazione tardiva e collettiva, priva di valore formale.
Inoltre, il documento osserva che le sentenze citate da Panepinto riguardano casi di opposizioni che si erano astenute per contestare la maggioranza, mentre qui la situazione è opposta: “la maggioranza protesta contro se stessa”.
L’opposizione parla di “analogia impropria” e di “uso distorto della giurisprudenza”, ricordando che il potere di valutare la decadenza spetta solo al Consiglio comunale, non al Segretario generale.

L’intervento di Fileccia in Consiglio

Durante la seduta (21 presenti, 3 assenti), Fileccia ha denunciato in aula “fatti gravi” e un metodo “non trasparente”.
«Abbiamo appreso il parere prima dai giornali che in Consiglio. A Trapani vale più la stampa che le sedi istituzionali. La conferenza dei capigruppo doveva valutare le motivazioni, invece si è limitata a ricevere un documento già scritto», ha detto.
E ancora: «L’articolo 29 dello Statuto è chiaro: dopo l’istanza, il Presidente deve notificare ai consiglieri e attendere dieci giorni per le giustificazioni individuali. Questo non è accaduto».

Le prossime mosse

Fileccia ha annunciato l’invio di una PEC di segnalazione alla Prefettura, all’Assessorato Enti Locali e all’ANAC, oltre a una serie di ricorsi al Tar.
Ogni consigliere, però, dovrà essere segnalato singolarmente, non in forma cumulativa: il contributo unificato per ciascun ricorso è di 650 euro, per un totale di 6.500 euro solo di tasse, più le parcelle degli avvocati.