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15/11/2025 08:48:00

Dal Bataclan a oggi: memoria, responsabilità e futuro

Per non dimenticare il 13 novembre 2015. Parigi era già stata ferita all'inizio di gennaio, quando fu aggredita la sede del giornale satirico Charlie Hebdo, causando la morte di 12 membri della redazione, 2 civili, tre poliziotti e tre terroristi. L'attentato fu rivendicato dalla branca yemenita di Al-Qāʿida.

 

La notte di venerdì 13 novembre 2015 il teatro Bataclan, lo Stade de France e diversi ristoranti della città subirono l'assalto dei jihadisti dell’Isis. Il luogo più colpito fu il Bataclan, dove morirono 90 persone. Complessivamente le vittime furono 130, alle quali vanno aggiunti i 7 terroristi. La celebrazione del processo sulla vicenda ha ispirato il saggio giudiziario V13 – ossia Venerdì 13 – di Emmanuel Carrère. Le ragioni, sempre che la follia prodotta dall'odio possa averne, risiedono nell’acredine contro gli “infedeli” occidentali. Al netto dei fanatici che praticano il jihad minore, e che vanno repressi nel rispetto del diritto, occorre sradicare la pianta del veleno.

 

In quest'ottica va ricordato che Maometto riuscì a unificiare le tribù arabe sotto una nuova comunità monoteista, l'Islam, a discapito dell'Impero romano d'Oriente. Questo portò a una coesione politica e religiosa che prima non esisteva. Cinque secoli dopo arrivarono le crociate, indette dalla Chiesa cattolica per riconquistare la Terra Santa, che generarono ulteriore odio.

 

Il mondo islamico ha appena iniziato il quindicesimo secolo della sua era. Il cristianesimo, nel suo quindicesimo secolo, era in preda alle guerre di religione tra protestanti e cattolici. Gli islamisti – soprattutto gli sciiti – vivono ancora, in parte, in quel mondo.

 

La soluzione è il dialogo con l'Islam moderato, e un’ottima piattaforma sono i sunniti, che rappresentano circa l’85% dei musulmani e sono in larga parte secolarizzati. Fondamentale non ripetere l'errore esiziale di voler esportare la democrazia, come professato dalla dottrina di George W. Bush.

 

Vittorio Alfieri