Garcia e Trinità, la crisi idrica perfetta: il Trapanese rischia il blackout idrico
“E’ un problema non indifferente, se non drammatico, quello dell’invaso Garcia. Avremo acqua fino al 7/8 dicembre, dopo di che una riserva fino ai primi di gennaio, all’Epifania”, così alla redazione di Tp24, il presidente dell’Ati Idrico, Francesco Gruppuso, sindaco di Calatafimi Segesta che ieri mattina ha presieduto la conferenza stampa sulla crisi idrica, dovuta alla mancanza d’acqua della diga Garcia, da dove attingono la maggior parte dei comuni del trapanese.
Nel 2024 nell’invaso Garcia c’erano 22milioni di metri cubi d’acqua, ridotti una prima volta a marzo 2025 a 18milioni, poi l’utilizzo di 5 milioni di metri cubi usati per l’agricoltura ha reso il tutto più complicato. “Le nostre richieste di non usare l’acqua dell’invaso per l’agricoltura – continua Gruppuso – non sono state ascoltate, ora dobbiamo sperare che Sicilacque realizzi il collegamento con il lago Arancio”.
Nel corso della conferenza stampa Gruppuso ha annunciato la richiesta alla Regione di un sopralluogo congiunto con Autorità di Bacino, Genio Civile, Protezione Civile e Ati Idrico. "Dobbiamo capire perchè l’invaso Garcia non riesce più ad alimentarsi – le parole di Gruppuso -. Non possiamo più sperare nella pioggia, perché nel bacino non arriva più acqua. Vogliamo capire se ci sono altri problemi, se ci sono delle criticità che attualmente rimangono sconosciute. Non si può più perdere tempo, e’ assolutamente importante che ci sia da parte della Regione la massima attenzione, per le criticità della diga Garcia”, conclude Gruppuso.
Alla conferenza dell’ATI Idrico ha partecipato il Sindaco di Trapani Giacomo Tranchida, il quale, come Gruppuso chiede il perché la diga Garcia non riesce a mantenere l’acqua (Potete leggere qui l'articolo di Tp24).
Faraone: "Numeri falsati, responsabilità del Consorzio"
Secondo il parlamentare, la disponibilità reale sarebbe di appena 500 mila litri, contro i 3 milioni dichiarati in programmazione. Un dato sei volte inferiore rispetto al previsto. Faraone parla apertamente di “numeri falsati” e punta il dito contro il Consorzio di Bonifica Palermo 1 e la Protezione Civile regionale, accusandoli di avere fornito dati non corrispondenti alla realtà, col rischio di esporre i territori a una crisi idrica ancora più devastante.
Il deputato annuncia inoltre un’interrogazione parlamentare per chiedere verifiche e l’individuazione di eventuali responsabilità: «Non si gioca così con un’emergenza idrica. Cittadini e imprese rischiano di restare senza acqua, e molte aziende agricole potrebbero chiudere definitivamente».
Intanto si tenta la strada dei provvedimenti d’urgenza: Siciliacque sta lavorando al collegamento con il lago Arancio, ma i tempi sono strettissimi.
Dalla crisi alla beffa: la Diga Trinità rischia di gettare l'acqua in mare
Mentre l'invaso Garcia si svuota, nel Trapanese si torna ad un paradosso: la diga Trinità, che potrebbe dare respiro all’agricoltura, non può immagazzinare l’acqua in arrivo. Il livello massimo autorizzato è fermo a 62 metri: la soglia è praticamente raggiunta (oggi è a 61,88 m). Risultato? Con le prossime piogge, l’acqua verrà scaricata in mare, come accade da anni. Il limite avrebbe potuto essere alzato a 64 metri, se solo la Regione avesse completato gli interventi richiesti dal Ministero delle Infrastrutture: rimozione dei fanghi dal fondo; revisione delle paratie; lavori di messa in sicurezza
Ma nulla è stato realizzato.
Agricoltori in ginocchio
A denunciare la situazione è Gianpaolo De Vita, de “I Guardiani del Territorio” e consigliere comunale di Petrosino: «È il quarto anno consecutivo che non si programmano i lavori. Così non avremo acqua per la prossima stagione irrigua. Migliaia di ettari di vigneto e uliveto rischiano un danno irreparabile».
Gli agricoltori del Belìce, già colpiti da siccità e crisi dei prezzi, ora affrontano anche la prospettiva di perdere l’unica riserva utile per irrigare migliaia di ettari produttivi.
Il sindaco di Petrosino: "La Regione dica cosa sta facendo"
Il sindaco di Petrosino, Giacomo Anastasi, parla senza mezzi termini: «La situazione è drammatica e incerta. Se non si alza il limite dell’invaso, tutta l’acqua in arrivo andrà in mare. La politica regionale è immobile. Chiedo un tavolo urgente con Protezione Civile e Dipartimento Acqua e Rifiuti. Seimila ettari di coltivazioni stanno morendo, non possiamo perdere un’altra stagione irrigua».
Ciminnisi (M5S): "La Regione ha creato la guerra tra poveri"
Durissimo anche il commento della deputata regionale M5S Cristina Ciminnisi: «Una follia: nel pieno della crisi idrica, dalla Trinità l’acqua si disperde, mentre il Garcia è al collasso. La Regione ha favorito una guerra tra poveri, tra agricoltori e cittadini costretti a contendersi l’acqua dei due invasi». Per Ciminnisi, le politiche idriche regionali sono emergenziali, mai strutturali: «Schifani annuncia dissalatori e revamping dei pozzi, ma intanto i sindaci restano soli. È la tempesta perfetta, ma senza acqua».
Garcia e Trinità: la sintesi di un fallimento strutturale
Le due crisi si intrecciano, mostrando un unico grande problema: Garcia si sta prosciugando e non riesce più ad alimentarsi. Trinità non può trattenere l’acqua che arriva.
I lavori infrastrutturali sono fermi. I territori vivono in perenne emergenza. Agricoltori e cittadini ne pagano le conseguenze. Il rischio, ora, è di arrivare all’inverno con interi comuni senz’acqua e una stagione agricola compromessa ancora prima di iniziare. Se la Regione non interverrà subito, la crisi idrica del 2025 rischia di diventare uno spartiacque negativo nella storia recente del Trapanese.
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