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19/11/2025 06:00:00

Sanità siciliana al collasso, ma la politica discute solo di nomine

In una sanità siciliana ormai distrutta si continua a parlare soltanto delle nomine dei futuri manager e di come dovrebbero essere “meno politicizzate”. Cosa improbabile. È l’ennesimo strumento di distrazione di massa, mentre mezzo governo regionale deve fare i conti con le inchieste che coinvolgono i propri partiti.
Ultimo in ordine di tempo, il rinvio a giudizio dell’assessora al Turismo Elvira Amata (Fratelli d’Italia), che dovrà rispondere di corruzione.

 

Un nuovo sistema, vecchie conoscenze

 

Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha annunciato un nuovo metodo per la scelta dei futuri direttori generali:

“Non saranno scelti soltanto dalla giunta, ma prima selezionati da una commissione composta da tre soggetti, uno dei quali nominato dal presidente”.

La novità, spiega Schifani, è lo scorporo delle fasce: una selezione distinta per ogni azienda, con la commissione chiamata a formulare terne specifiche.
Un modello che, sulla carta, restringerebbe il campo, ridurrebbe la discrezionalità politica e consegnerebbe ai governi regionali liste più mirate e meno manipolabili.

In realtà una commissione esiste già dall'agosto 2023, con due elenchi: idonei e maggiormente idonei.
Ora Schifani vuole crearne un’altra per selezionare i direttori generali di Asp e ospedali.

 

M5S: “Solo fumo negli occhi”

 

Il capogruppo del M5S all’ARS Antonio De Luca sostiene che il presidente stia vendendo come svolta epocale ciò che è solo facciata:

“La commissione a tre per la scelta dei manager è un tentativo scadente di recuperare credibilità, dopo gli scandali. Anche così, l’ultima parola resterà alla politica, che invece va totalmente esclusa dalle nomine.
Aspettiamo ancora i licenziamenti dei direttori generali per il flop sulle liste d’attesa: è passato più di un anno e nessuno è stato mandato a casa”.

“Non si può improvvisare una soluzione da usare come lavacro per giustificare la spartizione dei manager della sanità siciliana, come ha fatto il presidente della Regione Renato Schifani proponendo una commissione valutatrice per le future nomine. Un atto concreto per sancire un cambiamento sarebbe quello di azzerare tutte le nomine dei direttori generali fatte da questo governo regionale, frutto di spartizione politica e non solo a trazione cuffariana. La sanità siciliana è terreno fertile per le clientele politiche e finora nulla di serio per spezzare questo meccanismo è stato fatto dal governo Schifani. I siciliani osservano gli scandali e sanno che a farne le spese sono proprio i cittadini che avrebbero diritto ad una sanità più efficiente”. Lo afferma Roberta Schillaci, vice capogruppo del Movimento Cinquestelle all’Assemblea regionale siciliana.


 

Faraone: “Ad Agrigento accedere a una visita è diventato uno sport estremo”

 

A denunciare il caos liste d’attesa è il vicepresidente di Italia Viva Davide Faraone:

“Ad Agrigento, nel 2025, una visita specialistica è diventata uno sport estremo. Altro che abbattimento delle liste: qui si abbattono solo le illusioni.
Abbiamo chiamato il CUP come utenti: fino a sette mesi per una colonscopia o una TAC cardiaca, sei mesi per una risonanza, quattro o cinque per endocrinologia o allergologia.
La Cabina di Regia regionale non pubblica una relazione dal 2023. Schifani aveva promesso un cambio di passo: il passo c’è stato, ma all’indietro”.

Secondo Faraone, è una scelta politica: lasciar degradare il pubblico per spingere i cittadini verso il privato.