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20/11/2025 12:47:00

Crisi della plastica e dei rifiuti tessili, gli aggiornamenti

La macchina istituzionale si muove, anche se il quadro resta fragile. Dopo giorni di allarmi da parte dei Comuni siciliani – che in diversi casi hanno già sospeso o limitato la raccolta della plastica –  all’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità si è tenuto un incontro d’emergenza tra Regione, Anci Sicilia, Srr e Corepla. Sul tavolo, una crisi che nel giro di poche settimane rischia di bloccare intere filiere della raccolta differenziata: plastica e rifiuti tessili.

L’assessore regionale Francesco Colianni ha confermato che la situazione è molto seria, ma anche che l’origine del problema non è solo siciliana. La crisi nasce da dinamiche nazionali: centri di selezione saturi, impianti di riciclo che stanno riducendo i ritiri e una filiera che non riesce più ad assorbire i volumi prodotti da cittadini e Comuni.

“Il confronto di questa mattina – ha dichiarato Colianni – è stato utile per fare il punto sull’emergenza che molti Comuni stanno vivendo. La questione ha una dimensione nazionale, per questo mi farò portavoce con il governo centrale, chiedendo un percorso sostenibile per risolvere il problema”.

L’assessore ha assicurato una nuova convocazione “a breve”, dopo l’interlocuzione con il ministero competente. Intanto, i consorzi di filiera hanno manifestato la disponibilità a evitare ulteriori disagi ai Comuni nelle prossime settimane, cercando di aumentare temporaneamente la capacità di stoccaggio per non interrompere del tutto la raccolta.

Da parte di Corepla, nel corso dell’incontro, è arrivato un segnale di prudente rassicurazione. Il consorzio ha spiegato di essere al lavoro per evitare il collasso degli impianti siciliani, potenziando i margini di stoccaggio e sostenendo le piattaforme che, in questi giorni, sono arrivate quasi al limite. L’obiettivo è dare ai Comuni un margine di respiro, evitando che la plastica resti per strada o nei centri comunali.

Il fronte dei rifiuti tessili è persino più critico. L’assenza di impianti regionali adeguati, unita all’aumento dei volumi, ha creato un imbuto che la Sicilia non è più in grado di gestire. Per questo, durante la riunione, si è parlato esplicitamente della necessità di individuare una piattaforma fuori dall’Isola per il conferimento immediato, almeno in fase transitoria.

Durissima la posizione di Anci Sicilia, rappresentata dal presidente Paolo Amenta e dal segretario generale Mario Emanuele Alvano. Entrambi hanno ribadito che la situazione in Sicilia è più grave che altrove, non per motivi congiunturali ma per la fragilità strutturale del sistema regionale, segnato da anni dalla carenza di impianti e da una pianificazione mai veramente compiuta.

Secondo Anci, senza interventi rapidi e coordinati si rischia di fermare interi segmenti della raccolta differenziata, esponendo i Comuni a maggiori costi e i cittadini a un peggioramento della qualità del servizio. “Serve un’azione rapida, concertata e di sistema” ha spiegato Amenta.

Colianni ha assicurato che porterà la questione all’attenzione del ministero, sottolineando la specificità del caso siciliano. Il nodo, come ormai chiaro a tutti, non è solo tecnico: riguarda l’equilibrio dell’intera filiera, dal ritiro del materiale allo smaltimento, passando per i costi che i Comuni dovranno sostenere se non arriveranno misure nazionali.

La Regione ora dovrà accelerare, perché i margini sono stretti e l’emergenza è già realtà in molte città. La speranza è che le rassicurazioni di oggi evitino ulteriori blocchi. La certezza è che il sistema della raccolta in Sicilia ha bisogno non solo di soluzioni tampone, ma di una vera ristrutturazione: altrimenti, a ogni crisi nazionale, sarà sempre la prima regione ad andare in affanno.