«Nessuno può destituirlo dal suo ruolo». Maurizio Miceli, appena eletto presidente della Commissione d’Inchiesta sull’Acqua, chiarisce subito il nodo politico più caldo: la presenza in Commissione di Vincenzo Guaiana, scelta che nelle ultime settimane ha acceso un vero polverone.
La sua posizione è infatti contestata da molti cittadini, in particolare dagli attivisti del Comitato “L’Acqua è un diritto di tutti”, promotori della class action contro Comune ed enti gestori per i disagi continui vissuti soprattutto nel centro storico. A loro avviso, Guaiana si troverebbe in una condizione di “conflitto di interessi” perché fino al 2 settembre 2025 è stato assessore con delega al servizio idrico del Comune di Trapani. Dimessosi dall’esecutivo, è rientrato in Consiglio comunale e poco dopo è stato indicato dalla maggioranza come rappresentante all’interno della Commissione d’inchiesta.
Miceli però è netto: «La sua presenza deriva da una elezione formale del Consiglio comunale. Non esiste alcun potere – politico o regolamentare – che permetta di rimuoverlo dal ruolo. Può farlo solo lui, con una rinuncia volontaria. In assenza di quella scelta, rimane a pieno titolo nella Commissione».
La Commissione è composta da cinque membri:
- Maurizio Miceli, presidente
- Claudia La Barbera, vicepresidente
- Salvatore Daidone (minoranza)
- Girolamo Grignano
- Vincenzo Guaiana
Saranno loro a condurre il percorso di approfondimento sui disservizi idrici. «Da martedì – spiega Miceli – programmeremo sopralluoghi, audizioni e accessi agli atti. Sentiremo tutti gli enti coinvolti: Siciliacque, Enel, ATI, la cabina di regia regionale e anche i promotori della class action».
La Commissione avrà 90 giorni rinnovabili per ricostruire almeno gli ultimi sette anni, il periodo in cui i disservizi si sono intensificati, fino ai giorni nostri. La relazione finale sarà trasmessa a tutti gli organi di controllo, incluse le forze dell’ordine.
Intanto la città cerca soluzioni immediate per evitare il collasso della rete. Tra queste, la “rete idrica solidale”, la proposta del sindaco Giacomo Tranchida già sul tavolo della cabina di regia regionale: utilizzare i pozzi di Bresciana per sostenere i comuni allo stremo, con la diga Garcia ormai al limite e le portate ridotte a livelli mai visti.
Una proposta che, però, ha riacceso tensioni: molti cittadini lamentano erogazioni “a singhiozzo”, interruzioni elettriche, falle nelle condotte e quartieri che restano giorni senza una goccia d’acqua. In questo clima di esasperazione, la Commissione è chiamata a fare chiarezza su reti vecchie, perdite, ritardi negli interventi, dipendenza da Siciliacque e mancata diversificazione delle fonti.
«Lavoreremo senza pregiudizi e senza sconti. L’unico obiettivo è tutelare i cittadini», conclude Miceli.