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27/11/2025 14:00:00

Il governo e la narrazione che degenera riguardo la lotta alla violenza sulle donne

Si sono appena spenti i riflettori sulla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, e la riflessione più importante suscitata dalla ricorrenza è che si possono istituire più giorni dedicati a questa nobile causa, collocare innumerevoli panchine rosse ed esporre scarpe rosse a iosa; ma se la ricorrenza diventa un giorno qualsiasi, utile solo per una resa post-elettorale, allora esprimere idee malsane per arginare il fenomeno è semplicemente aberrante.

 

La settimana scorsa è stato approvato all’unanimità, alla Camera dei deputati, il disegno di legge (ddl) sul consenso libero e attuale in un rapporto sessuale: qualora esso sia assente, si configura violenza. Il ddl doveva essere licenziato proprio il 25 novembre, ma la Lega ha chiesto tempo per approfondire il testo, la cui stesura ha visto la supervisione di Meloni e Schlein. Dopo le elezioni regionali, con il Carroccio in evidente difficoltà, è stato posto qualche ostacolo.

 

Poi abbiamo assistito alla divulgazione “scientifica” sulla violenza di genere del ministro Nordio, che ci ha spiegato come l’interminabile storia di abusi sulle donne avrebbe creato “una sedimentazione nella mentalità dell’uomo, del maschio, difficile da rimuovere”, perché “nel subconscio, nel suo codice genetico, c’è ancora una resistenza alla piena parità con la donna”. Dunque, per il Guardasigilli, non è solo una questione culturale: responsabile sarebbe anche il DNA. E così, per evolvere la specie maschile, attendiamo per l’anno prossimo un vaccino che la muti.

 

Una chicca è arrivata anche da Eugenia Maria Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità nel governo Meloni, la quale ha dichiarato: “Non c’è una correlazione tra la diminuzione dei femminicidi e l’educazione sessuo-affettiva”, citando come esempio la Svezia. Ha poi aggiunto: “C’è una piccola riduzione dei femminicidi. Certo, ogni donna che viene uccisa è troppo; all’inverso, ogni donna che non viene uccisa è un fatto positivo”.

 

Care donne, quando la sera rientrate a casa in piena salute fisica e psicologica, secondo questa logica non è normale: è un fatto “proficuo”. Se invece la violenza viene perpetuata nella vostra abitazione, rientra nelle circostanze negative. Pertanto, affiancare all’educazione sessuo-affettiva quella all’affettività, per qualcuno, è una bestemmia.

Il pensiero espresso e il comportamento tenuto dalla destra al governo sono decisamente degeneri.

 

Vittorio Alfieri