"Questo è il mio ultimo intervento. Non intendo tornare a Trapani, né ora né in futuro". Parole definitive, drammatiche, ma non nuove. Valerio Antonini torna ad annunciare il suo addio a Trapani, stavolta con un post social carico di livore, rivolto ai giornalisti – definiti “opportunisti e nascosti” – e ai tifosi, sempre più delusi da una gestione che, per molti, ha mostrato il fiato corto.
Antonini promette silenzio assoluto e lancia accuse trasversali ai media locali e a chi, secondo lui, incarna "la sconfitta inevitabile di questa terra magnifica ma irrimediabilmente compromessa". Un epitaffio digitale che suona più come un’accusa che come una rinuncia.
Ma è davvero la fine? O l’ennesimo bluff? È da quando Tp24 pubblicò la prima inchiesta sul suo passato imprenditoriale che Antonini minaccia di andarsene. Aveva promesso l’addio a dicembre, poi a gennaio, poi dopo la prima penalizzazione, poi dopo l’ultima sconfitta in campionato. Ma è sempre rimasto, cambiando toni, alleati, strategie.
Nel frattempo però le pendenze si accumulano. Lo aspettano:
- L’ex Provincia per i pagamenti delle utenze dello Stadio Provinciale;
- Il Comune di Trapani, per la regolarizzazione del canone del Palazzetto;
- La FIP e la Lega, per le irregolarità contabili al vaglio delle Procure sportive;
- I suoi “compagni” di partito nel movimento "Futuro", ormai evaporato dopo pochi mesi di fuochi d’artificio;
- Diversi creditori, che lui definisce "truffatori", ma che aspetterebbero risposte e saldi.
Nel frattempo, sul campo, la Trapani Shark continua a perdere punti (e forse anche pezzi), e anche l’umore dei tifosi si fa sempre più cupo. Il comunicato delle curve, pochi giorni fa, parlava chiaro: servono chiarezza e confronto pubblico.
Antonini invece rilancia l’ennesimo silenzio stampa. Ma è difficile credere che rinuncerà alla ribalta. Per uno come lui, il silenzio è più insostenibile della sconfitta.