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29/11/2025 16:00:00

Edilizia e caro materiali, in Sicilia a rischio 755 cantieri per 14,2 miliardi

In Sicilia c’è una bomba pronta a esplodere: 755 cantieri pubblici, per un valore complessivo di 14,2 miliardi di euro, rischiano di fermarsi a causa del caro materiali e dei mancati ristori. A lanciare l’allarme è l’Ance Sicilia, che parla senza mezzi termini di “emergenza nazionale”, con l’Isola in testa a tutte le regioni per importi scoperti: 15% del totale, più della Lombardia.

 

I ritardi nei pagamenti dei ristori degli anni scorsi e l’assenza di fondi per coprire il 2025 e il 2026 stanno mettendo in ginocchio le imprese, molte delle quali hanno già anticipato somme importanti per non bloccare i lavori. Ma la corda è tirata al limite.

 

Secondo i dati Cnce Edilconnect elaborati dal Centro studi di Ance nazionale, tra i cantieri a rischio ce ne sono 273 legati al Pnrr, per un valore di 4,4 miliardi. “Il fenomeno del caro materiali non è affatto superato – spiega l’associazione –. I costi restano nettamente più alti rispetto a quelli previsti nei prezzari delle gare”.

I numeri Istat confermano: il costo delle opere pubbliche è schizzato in media del 30%. L’acciaio costa il 30% in più, il bitume il 49%, il rame addirittura il 65% rispetto al periodo pre-Covid.

 

Una situazione che, se non affrontata subito, rischia di bloccare la filiera e mandare all’aria gli obiettivi del Pnrr. “Senza risorse adeguate e senza la proroga della misura al 2026 diventerà impossibile garantire la continuità dei lavori. È un’emergenza vera”, avverte Salvo Russo, presidente di Ance Sicilia.

Russo lancia un appello corale: “Chiediamo alla Regione, ai partiti, ai parlamentari siciliani, ai sindacati di farsi sentire a Roma. Servono misure immediate per evitare che i cantieri si fermino, per salvare i livelli occupazionali e tutelare un settore che sta contribuendo in modo decisivo alla crescita del Pil dell’Isola”.