Nell’ultimo Consiglio comunale, a Mazara, qualcosa è cambiato nella maggioranza che sostiene il sindaco Salvatore Quinci. Intanto c’è una nuova alleanza, che si consuma già da qualche mese, quella tra il vicesindaco Vito Bilardello e il consigliere comunale Francesco Foggia, che è pure consigliere provinciale. Qui già qualche tempo fa si è verificata la prima giravolta: Foggia aveva sostenuto la candidata sindaca Vita Ippolito, quindi opposizione a Quinci, poi accanto al sindaco candidato della Provincia, e quindi corsa da consigliere. Eletto.
Questa nuova alleanza porta a fare la guerra a un altro assessore di Quinci, Vito Torrente, ai Lavori pubblici.
Cosa è accaduto
Bilardello non è solo il vicesindaco, è un influencer. Posta tutto sui social, quello che fa lui e pure quello che fanno gli altri. Quasi come se l’amministrazione fosse una linea orizzontale. Un nome vale per tutti.
Social o non social, qui il fatto è che ognuno rivendica il suo operato, per le deleghe e soprattutto per i settori in cui mette impegno e firma sui progetti, così come in Aula ha ricordato l’assessore Torrente, evidenziando che le sue deleghe sono chiare, che lavora con il terzo settore e che lo fa utilizzando poco i social. Non vive di apparenza – ha detto – ma stando ogni giorno in giro per la città, nei cantieri aperti, in ufficio a cercare finanziamenti. È risaputo che i Comuni, con le loro esigue risorse, non possono fare molto. Magari tutto questo potrà essere poco social, ma è concreto.
Confondere le acque tra chi annuncia di avere fatto e chi invece ha davvero fatto è la cosa più antica del mondo, non ci casca più nessuno.
Nel moltiplicarsi delle interrogazioni, delle prese di posizione e degli annunci in Aula, non c’è soluzione, perché la realtà è che le opere pubbliche nascono da un lavoro ben più complesso che guarda alla programmazione.
Un’opera pubblica prende forma solo quando esiste un progetto esecutivo, quando vengono individuati i canali di finanziamento e quando l’amministrazione è in grado di rispettare tempi, procedure e vincoli normativi. Senza questi passaggi, qualsiasi atto politico resta confinato al piano della discussione.
La crisi non crisi
C’è chi vorrebbe la crisi e ne sarebbe felice, perché guarda alle regionali del 2027, facendoci da mesi un hashtag, spesso con balletto annesso. L’amministrazione di una città non si misura a colpi di visualizzazioni, nemmeno sui post virali o con le dirette improvvisate. La crisi sarebbe un ottimo strumento per azzerare la giunta comunale e quindi passare alla fase due; ovviamente a rimetterci sarebbe proprio il sindaco Quinci, che tiene in equilibrio orientamenti politici diversi. Una battuta di arresto che gli comporterebbe diversi problemi politici e gestionali. E il sindaco, che è navigato, lo sa benissimo.
Del resto Quinci sa pure molto bene che i social sono uno strumento di comunicazione, pure di propaganda per molti, ma non il fine dell’azione politica.
Chi cerca consenso istantaneo dovrebbe forse interrogarsi sul proprio ruolo: fare l’influencer è legittimo, fare l’amministratore è un’altra cosa.
E lo ha ricordato Bilardello in Aula: la storia di ciascuno è conosciuta.