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15/12/2025 18:00:00

Piogge a due velocità in Sicilia: migliora ad occidente, allarme siccità nella zona ionica

Assenza di siccità agronomica nella Sicilia occidentale, ma segnali sempre più evidenti di siccità a lungo termine sul settore orientale dell’Isola. È il quadro che emerge dal report meteo-climatico mensile sugli indicatori di siccità relativo al mese di novembre, che conferma una Sicilia divisa in due dal punto di vista idrico.

Per il terzo mese consecutivo, le piogge si sono distribuite in maniera più favorevole sul settore occidentale e sui versanti tirrenico e meridionale. Al contrario, sul settore ionico – in particolare tra Catania e l’entroterra – continuano ad accentuarsi i segnali di sofferenza, con un deficit pluviometrico che si somma a quello, mai colmato, della grave siccità del biennio 2023-2024.

 

Piogge insufficienti sul medio Ionio

 

Nonostante il transito di diverse perturbazioni associate a circolazioni depressionarie sullo Ionio, i fenomeni più consistenti hanno interessato soprattutto la fascia ionica siracusana meridionale e, più a nord, i versanti orientali dell’Etna e dei Peloritani. Il medio settore ionico, invece, ha beneficiato solo di piogge deboli e sporadiche.

Questa persistente carenza di precipitazioni ha determinato, in alcune aree della Piana di Catania, condizioni definite dagli esperti come estreme, per certi aspetti persino peggiori rispetto a quelle registrate durante la storica siccità del 2002.

 

Agricoltura in affanno, ma uno spiraglio a dicembre

 

Le ripercussioni sul comparto agricolo non si sono fatte attendere. Nelle zone più colpite cresce l’incertezza sulle semina di foraggere e cereali, anche se le previsioni indicano una possibile ripresa delle piogge nella seconda metà di dicembre, che potrebbe consentire di superare l’attuale fase critica senza danni irreversibili.

 

Invasi in difficoltà: il problema non è solo la pioggia

 

L’analisi degli indici di siccità a lungo termine trova riscontro nella scarsità delle riserve idriche negli invasi. Sebbene le precipitazioni degli ultimi 12 mesi non risultino fortemente anomale rispetto alla media climatica, il deficit accumulato tra il 2023 e il 2024 non è stato compensato.

Il risultato è un deflusso modesto nei corsi d’acqua che alimentano i bacini. A pesare è anche l’andamento irregolare delle piogge: l’alternanza tra fasi piovose e lunghi periodi asciutti, come quello in corso a dicembre, non favorisce la necessaria saturazione dei suoli, condizione essenziale per garantire apporti significativi agli invasi.

 

Gli indici SPI: cosa dicono i numeri

 

L’analisi dettagliata degli indici SPI (Standardized Precipitation Index) conferma un quadro complesso e differenziato:

  • SPI a 3 mesi: forte peggioramento sul settore ionico, con un’espansione delle aree in siccità moderata e la comparsa di zone in siccità severa sulle fasce meridionale e occidentale dell’Etna. Nessuna siccità agronomica nel settore occidentale e sulla fascia meridionale dell’Isola.
  • SPI a 6 mesi: scenario simile, con totale assenza di siccità a breve termine a Ovest e un aggravamento a Est, dove compare anche un’area in siccità estrema sul versante meridionale dell’Etna.
  • SPI a 12 mesi: nessuna siccità significativa a medio termine, ma con un miglioramento a Ovest e un peggioramento sulla fascia ionica, legato all’uscita dalla finestra di osservazione del piovoso novembre 2024.
  • SPI a 24 mesi: persistono aree in siccità moderata e severa tra l’Etna occidentale e l’Ennese, coinvolgendo anche zone delle province di Messina, Siracusa e Ragusa. Nel Palermitano risultano in difficoltà bacini strategici come Poma e Garcia, tra i più deficitari.
  • SPI a 48 mesi: ulteriore e generalizzato peggioramento, dovuto all’uscita del piovoso novembre 2021. Compaiono aree di siccità estrema di lungo periodo tra Catanese e Siracusano e sul versante occidentale dell’Etna; si ampliano le superfici in siccità severa anche nella Sicilia occidentale interna, spesso coincidenti con aree di alimentazione degli invasi.

 

Un problema strutturale aggravato dal clima che cambia

 

Come sottolineano i tecnici, la mappa della siccità di lungo periodo non fotografa soltanto una carenza di piogge, ma riflette anche una alterazione dei bilanci idrici legata all’aumento delle temperature, che incrementa l’evapotraspirazione e riduce l’efficacia delle precipitazioni.

Un segnale chiaro di come la gestione della risorsa idrica in Sicilia non possa più prescindere dagli effetti strutturali del cambiamento climatico, oltre che da una pianificazione più efficace di invasi, reti e usi agricoli.