I pozzi di Inici sono stati completati e da oggi immettono nuova acqua nel sistema di sovrambito. Non significa che domani l’acqua scorrerà di più dai rubinetti di casa, ma per Trapani cambia l’equilibrio di fondo: la città smette di reggersi quasi esclusivamente sulla condotta di Bresciana, quella che negli ultimi mesi ha fatto saltare turnazioni, scatenato proteste e riempito la Procura di esposti.
A certificare il passaggio operativo è il presidente di ATI Trapani, Francesco Gruppuso: “Sono stati ultimati i lavori di revamping dei pozzi Inici e le nuove portate saranno immesse subito in rete sul sistema di sovrambito”. Tradotto: entrano nel sistema 40 litri al secondo in più. Acqua che va soprattutto verso Alcamo e Castellammare del Golfo, ma che ha effetti diretti anche su Trapani.
Il primo effetto positivo è la riduzione della dipendenza da Bresciana. Finora un guasto, una rottura o un calo di portata su quella condotta significavano emergenza immediata per Trapani. Con Inici attivo, il sistema provinciale ha una fonte in più e la città non è più l’anello debole che paga per tutti.
Il secondo beneficio è la stabilità del sistema sovracomunale. Quando Alcamo e Castellammare vengono alimentate da Inici, non devono più attingere da altre linee. Questo evita continui riequilibri forzati delle portate e riduce il rischio di turnazioni improvvise che, negli ultimi mesi, hanno colpito soprattutto Trapani.
C’è poi un terzo aspetto, meno visibile ma decisivo: più margine operativo per intervenire sulla rete urbana. Un sistema esterno più stabile consente al Comune di programmare lavori su perdite, saracinesche e diramazioni senza dover affrontare ogni intervento come un’emergenza. Significa poter chiudere una condotta per ripararla senza lasciare mezza città senz’acqua.
Un quarto elemento riguarda la natura dell’intervento. Come spiega Gruppuso, “l’opera ha riguardato il revamping di due pozzi esistenti, la rifunzionalizzazione delle opere elettromeccaniche e la realizzazione di circa un chilometro di nuova condotta”. Non è un rattoppo, ma un’infrastruttura che resta e che rafforza il sistema in una fase segnata da siccità e invasi in sofferenza.
C’è poi il tema del peso istituzionale di Trapani. I pozzi di Inici sono di proprietà del Comune: questo rafforza la posizione della città nei tavoli tecnici e decisionali, perché non è solo utente finale ma titolare di una risorsa strategica che contribuisce all’equilibrio dell’intero sistema provinciale.
Un altro effetto positivo è la riduzione del rischio di crisi a catena. Con una fonte in più attiva, un problema localizzato non si trasforma automaticamente in blackout idrico generalizzato. È una differenza che i cittadini non vedono subito, ma che incide sulla continuità del servizio.
Resta la distanza tra sistema e quartieri. Le segnalazioni dei cittadini parlano di una città a macchia di leopardo, con zone servite e altre ancora a secco. Il comitato “L’acqua è un diritto di tutti” continua a denunciare disuguaglianze e guasti irrisolti, dalle saracinesche bloccate di Xitta alle vie del centro rimaste senza erogazione per mesi.
Ma sul piano tecnico il dato è uno: Inici è entrato in rete. Non risolve tutto, non cancella le proteste e non rimette l’acqua ovunque. Però mette Trapani in una posizione diversa rispetto a ieri: meno fragile, meno isolata e con più spazio per intervenire dove il problema vero resta aperto, cioè dentro la città.